Bisogno di farmacisti sempre più assillante: solo nell’ultimo mese su Linkedin 347 annunci di ricerca

Filiera

La carenza di farmacisti collaboratori continua a tormentare farmacie e parafarmacie di questo Paese, che sempre più spesso si rivolgono ai canali web per cercare nuovo personale. Il caso di Linkedin è emblematico: soltanto nell’ultimo mese, si scopre con una veloce ricerca, sono stati pubblicati sul social dedicato al lavoro 347 annunci per farmacisti, 102 nell’ultima settimana. Di questi, 344 richiedono la presenza nella sede di lavoro (quindi al banco), 283 si accontentano di un’esperienza minima (a fronte di 27 che pretendono un livello medio-alto) e soltanto uno è rivolto esplicitamente alla ricerca di un direttore.

Interessante anche il censimento dei gruppi dai quali arrivano questi annunci: in ordine discendente, 40 sono di Lafarmaciapunto, la catena di Hippocrates, 37 fanno capo a Medi-Market (l’insegna belga che in Italia conta 50 parafarmacie), 24 arrivano da Jobbit (portale online per la ricerca di lavoro), 23 da Dr.Max, 17 da Benu Farmacia, 9 da Farma Acquisition-Boots, 6 da Esselunga e Farmacie Italiane, 5 da Dmo (che nei suoi negozi Caddy’s conta una cinquantina di parafarmacie), 3 da IoFarma (catena di proprietà con una dozzina di farmacie) e 5 da agenzie di recruitment come Grafton e Adecco.

 

La pagina di ricerca degli annunci di Linkedin. Con la parola farmacista, nell’ultimo mese risultano attive 347 ricerche.

 

L’elenco rivela che i social continuano a essere utilizzati per la ricerca di farmacisti collaboratori soprattutto dalle insegne, più probabile invece che i singoli titolari si rivolgano a canali più tradizionali (gli Ordini, per esempio…) oppure alle agenzie che poi a loro volta passano al setaccio il web.

Resta in ogni caso evidente che la carenza di personale rimane una piaga irrisolta. E continuerà a esserlo ancora a lungo, dato che il flusso di neolaureati proveniente dall’università si fa di anno in anno più sottile: come riferisce il Report 2025 di Federfarma sulla Farmacia Italiana, in sette anni i laureati “prodotti” dalle facoltà italiane di Farmacia e Ctf sono calati dai 5.095 del 2017 ai 4.030 del 2023. Contingenti sempre più sparuti che le aziende si contendono non appena escono dall’università, come dimostra il fatto che a un anno dalla laurea ha trovato lavoro l’84,3% dei farmacisti e a cinque anni il 91%, dei quali il 71% con contratto a tempo indeterminato (dati Almalaurea).

Incide anche il sostanziale fallimento di alcune delle strategie messe in campo più di recente per contrastare il fenomeno. In particolare, non ha dato i risultati sperati “l’importazione” di farmacisti dall’estero (Albania ed est Europa, in primis), forse perché la farmacia rimane un’attività fortemente radicata nel proprio territorio e nel suo tessuto sociale.

Piuttosto, a parlare con gli addetti ai lavori emerge la sempre più frequente tendenza a “prenotare” i neo-farmacisti prima ancora che si laureino: sempre più farmacie, per esempio, utilizzano il semestre di pratica dell’ultimo anno per selezionare i migliori e “accaparrarseli” con lettere d’impegno che promettono un contratto a tempo indeterminato una volta conseguita la laurea (pure con superminimo, in quelle aree dove la domanda di personale esubera largamente l’offerta). O ancora, ci sono farmacie che, una volta finito il periodo di pratica, offrono all’universitario un contratto part-time da magazziniere o altro che una volta conseguita la laurea verrà convertito in un’assunzione come farmacista collaboratore.

Infine, è ormai strategia consolidata delle catene del capitale più strutturate organizzare vere e proprie giornate di orientamento nei principali atenei italiani, nelle quali vengono spiegate le divulgate informazioni su condizioni di lavoro e offerte economiche. Un’attività, com’è facile immaginare, che risulta spesso troppo impegnativa per le farmacie indipendenti.

Altri articoli sullo stesso tema