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Assosalute: per sop e otc il 2020 è stato l’anno peggiore degli ultimi tre lustri

Mercato

Causa pandemia, le malattie del freddo hanno “saltato” del tutto l’appuntamento con la stagione autunno-inverno e regalano al mercato dei farmaci senza ricetta l’anno peggiore da tre lustri a questa parte: -6,6% a valori, per un giro d’affari che si ferma poco sopra i 2,3 miliardi di euro, e -8,8% a volumi, per un totale di 245 milioni di confezioni vendute. E’ il bilancio del 2020 tirato da Assosalute, l’associazione che riunisce i produttori di sop e otc: il primo trimestre aveva chiuso in positivo (+5,5%) grazie principalmente all’impennata di marzo (+11,5%) causata dalla corsa alle scorte; nei mesi successivi però i consumi hanno cominciato a flettersi fino alla netta contrazione di dicembre (-25,2%), da addebitare in buona parte alla “défaillance” dei farmaci per le affezioni dell’apparato respiratorio (la prima classe terapeutica tra i senza ricetta per quota di mercato), le cui vendite sono crollate di quasi il 50%.

In sostanza, osserva Assosalute, i consumi dei farmaci senza obbligo di prescrizione sono condizionati nel breve periodo da morbilità ed epidemiologia più che da nuovi lanci e dal marketing mix. «I dati mostrano che gli italiani fanno un utilizzo corretto e responsabile dei farmaci di automedicazione» commenta Maurizio Chirieleison, presidente di Assosalute «voglio dunque ribadire che il nostro comparto partecipa fattivamente alla gamma di scelte terapeutiche di cui dispongono i cittadini. Anche per questo un allineamento del mercato dell’automedicazione italiano a quello europeo permetterebbe di liberare risorse pubbliche a vantaggio della sostenibilità del Servizio sanitario nazionale».

La flessione dei consumi tocca nella stessa misura le due categorie di “senza ricetta” che compongono il mercato: gli otc chiudono il 2020 in calo del 9,2% a volumi e del 6,8% a valori, i sop invece perdono il 7,5% in confezioni vendute e il 5,8% in valori. Ma la lettura di tali cifre non può prescindere da un apprezzamento della concorrenza che arriva dai cosiddetti notificati a connotazione farmaceutica, che il pubblico tende spesso a confondere con i farmaci di libera vendita. Si tratta, fa notare Assosalute, di un comparto che nel 2020 è riuscito complessivamente a restare stabile, con una perdita dello 0,3% sul lato dei consumi (oltre 292 milioni di confezioni vendute) e una lieve crescita dello 0,5% nei valori (4,3 miliardi di euro).

Invariate anche le quote di mercato dei diversi canali di vendita: in farmacia continuano a gravitare il 90% delle vendite a volumi e quasi il 92% a valori. «La pandemia ha dato impulso alla crescita delle catene di farmacie e parafarmacie» osserva Assosalute «e ha accresciuto le vendite online di sop-otc. Quest’ultimo fenomeno, tuttavia, registra ancora numeri lontani da quelli di altri mercati della salute, con una quota ancora esigua sul fatturato totale del comparto (circa l’1,8%)», Tuttavia, continua l’associazione, la crescita degli acquisti a distana di farmaci “no prescription” mostra una crescita significativa:+136% a volumi e +145% a valori soltanto nel 2020, per un giro d’affari di circa 41,5 milioni di euro.

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