App per le ricette, in campo anche Federfarma. E in Germania sul digitale le farmacie si daranno battaglia

Filiera

Nella crescente contesa tra app innescata dalla dematerializzazione del promemoria (ordinanza della Protezione civile del 19 marzo) si prepara a scendere in campo anche Federfarma, la Federazione nazionale delle farmacie private. Il suo applicativo si chiama Dottorfarma, è stato sviluppato dalla società informatica del sindacato, Promofarma, sarà scaricabile a brevissimo dagli store Apple e Google (per i possessori di iPhone e smartphone Android) e permetterà di inviare la ricetta da casa alla farmacia di fiducia in pochi secondi. Oppure, digitare il nome del farmaco e procedere all’ordine. Non solo: dal cellulare sarà possibile concordare con il farmacista data e ora in cui passare per ritirare i medicinali prescritti o ancora, se l’esercizio offre il servizio, ordinare il recapito a domicilio. Se poi si preferisce, è possibile inviare codice della ricetta e numero della tessera sanitaria via Whatsapp, oppure fare la stessa cosa dalla web application Dottorfarma.

«La digitalizzazione investe la farmacia anche su queste cose» osserva il presidente di Promofarma, Nicola Stabile «per il sindacato la prossimità rimane un valore importante, da preservare, ma occorre anche aggiornarsi. Diciamo che se ieri il paziente era libero di scegliere la farmacia che preferiva con la certezza che dappertutto avrebbe trovato lo stesso servizio, oggi dobbiamo riconoscergli la doppia libertà di scegliere la sua farmacia e il percorso con cui raggiungerla».

Federfarma, in sostanza, si è buttata sul mercato delle app con l’esplicito obiettivo di proporre una piattaforma “open”, in contrapposizione a quelle già in circolazione che invece sono spesso selettive. Tipo Ricettainfarmacia.it, di Cgm, che dà accesso a tutte le sue funzionalità soltanto se l’utente sceglie un esercizio fornito di gestionale della società; oppure Pharmap o Pharmercure, gli applicativi delle due omonime società di delivery, che ovviamente raccolgono le ricette soltanto di chi poi sceglie il loro recapito a domicilio (come Glovo, che da qualche tempo si è allargato dal Food Delivery al canale farmacia).

Quella del sindacato, peraltro, non sarà l’unica l’unica piattaforma aperta (previa registrazione). Tra le app che prendono a bordo tutti c’è anche Consegnefarmaci.it, un’altra web application (molto semplice e intuitiva, tra l’altro) che consente al paziente di inviare a distanza la ricetta con codice fiscale e nre. E in Friuli Venezia Giulia c’è Sesamo, app della Regione – collegata al sistema informativo sanitario – che consente a tutte le farmacie di prelevare le ricette direttamente dal Fascicolo sanitario elettronico.

Al di là delle piattaforme già presenti o in arrivo, lo scenario che si sta delineando ricorda sempre più da vicino quanto sta accadendo in Germania. Da quelle parti, infatti, la ricetta digitale tarda a diventare realtà (qualche mese fa il ministero della Salute ha spostato l’avvio della dematerializzazione al 2021, con l’obbligo in capo ai medici di prescrivere soltanto paperless dal 2022, ma prima bisognerà convincerli) e così nella filiera farmaceutica già si sta lavorando per farsi trovare pronti all’appuntamento.

 

Una schermata del propototipo dell’app di Pro AvO, consorzio che riunisce grossisti come Sanacorp e Gehe Pharma Handel e fornitori di servizi come BD Rowa e IT Noventi

 

In particolare, hanno cominciato a vedere la luce app e piattaforme dietro alle quali si muovono consorzi formati da distributori e softwarehouse, con i primi che portano in dote le farmacie clienti (in Germania le catene sono vietate) e le seconde il know how. E’ il caso, per esempio, di Pro AvO, che sta per Pro On-Site Pharmacy: è una joint venture alla quale partecipano grossisti come Sanacorp e Gehe Pharma Handel e fornitori di servizi come BD Rowa e IT Noventi e lo slogan con cui invitano i farmacisti a registrarsi è eoloquente: «La prescrizione elettronica dovrebbe arrivare a metà del 2020. Fino ad allora, abbiamo tempo insieme per preparare le nostre farmacie locali e rafforzarla in modo sostenibile». «Riteniamo che la nostra piattaforma, aperta a tutte le farmacie, sia più appetibile di quelle che raggruppano pochi esercizi» spiega alla rivista Handelsblatt Peter Menk, managing director di Pro AvO. L’obiettivo è quello di aggregare alla piattaforma quasi 20mila farmacie e la considerazione rilasciata da Menk al giornale tedesco vale anche per le app di casa nostra: quelle che non riusciranno ad aggregare rapidamente un consistente numero di farmacie saranno destinate quasi certamente a morire presto, perché vincerà chi offre un’ampia possibilità di scelta.

 

Alcune delle funzionalità di Deine Apotheke, del gruppo Phoenix. Hanno già aderito alla piattaforma 3.800 farmacie

 

Un altro caso degno di segnalazione è quello di Phoenix, distributore leader nel mercato tedesco (in Italia è presente con Comifar), che propone la piattaforma Deine Apotheke (La tua farmacia) in collaborazione con il gruppo editoriale Funke. Phoenix conta 9mila farmacie clienti in tutto il Paese e di queste 3.800 hanno già aderito al sodalizio, che in attesa della ricetta digitale propone per ora un’app con servizi vari (l’adesione alla piattaforma costa ai farmacisti un canone di 15 euro al mese)

 

Ihre Apotheken (Tue farmacie) è il nome di un altro consorzio per lo sviluppo di una piattaforma di servizi mobile. Ne fanno parte la cooperativa della distribuzione Noweda e Hubert Burda Media

 

Tra i concorrenti in lizza, poi, ci sono anche le due più temibili farmacie online europee, DocMorris e Shop Apotheke (entrambe olandesi). I farmacisti tedeschi hanno dovuto sopportare per lungo tempo la concorrenza spietata delle due e-pharmacy e così, scrive Handelsblatt, per convincerli ad aderire alla sua piattaforma DocMorris sarebbe pronta a rinunciare alla propria politica di sconti sui farmaci con ricetta (che le farmacie tedesche non possono proporre perché la legge nazionale lo vieta, ma non quella olandese). «In base ai nostri calcoli» spiega Olaf Heinrich, ceo della farmacia online «per offrire a tutti i tedeschi una farmacia nelle vicinanze dovremo raccogliere adesioni per un numero nell’ordine delle migliaia». Gli sforzi potrebbero valere la candela, perché le stime di DocMorris dicono che a regime il 90% delle ricette passerà dalle app e atterrerà nelle farmacie “fisiche”.

Poi ci sono i progetti istituzionali: il ministero della Salute, a quanto pare, realizzerà una piattaforma pubblica che consentirà ai tedeschi di gestire le proprie ricette senza doversi registrare a un’app “commerciale”. E lo stesso, sempre secondo i resoconti di stampa, farà anche l’Abda, il sindacato delle farmacie tedesche, proprio come Federfarma in Italia.

Se i distributori sono nella partita, però, non è soltanto per la dote di farmacie che portano con loro. Come molti sondaggi hanno rivelato, infatti, uno dei servizi che i tedeschi vorrebbero trovare nelle app quando le useranno per inviare o gestire le loro ricette è il monitoraggio in tempo reale del magazzino della farmacia. In altri termini, vorrebbero che l’app dicesse loro se il farmaco di cui hanno bisogno è disponibile o meno. Non tutte le farmacie tedesche vedono con favore questa richiesta, ma se la si vuole soddisfare bisogna per forza coinvolgere i grossisti. Che a loro volta non si faranno problemi a offrire questa funzionalità se servirà a fare concorrenza alle piattaforme “istituzionali”. E anche questo è un dettaglio che vale la pena tenere a mente per gli sviluppi italiani.

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