Piomba un’altra brutta tegola sul capo di Stefano Pessina, vicepresidente e ceo del colosso angloamericano Wba: dopo i deludenti numeri con cui a marzo la multinazionale ha chiuso negli Usa il secondo trimestre fiscale, tocca ora a Boots Uk regalare altre amarezze al tycoon italiano. Il gruppo, dice il consuntivo pubblicato la settimana scorsa, registra nel 2018 profitti per 317 milioni di sterline, in calo del 18,3% sull’anno precedente, e ricavi che si fermano a 6,8 miliardi di sterline (-2,8%).
Per Wba, scrive la stampa inglese, il consuntivo diventa un ulteriore invito a quel «consolidamento» delle farmacie Boots meno performanti che già era stato ventilato all’uscita dei risultati del secondo trimestre Usa, una formula zuccherata che nasconde dismissioni (di punti vendita e posti di lavoro). Come riferisce un rapporto del gruppo britannico, «gli andamenti di utili e margini e la vendita delle farmacie sono influenzati dai tagli alla spesa sanitaria e ai rimborsi dei farmaci impartiti dalle agenzie governative».
Intanto negli Usa il gruppo continua a mostrarsi in sofferenza: all’aggiornamento di metà mese le azioni di Wba hanno denunciato una perdita del 4,12% rispetto ad aprile, quando l’intero listino del segmento Retail-Distribuzione è calato del 2,95%. Wba, dicono gli osservatori, cercherà di recuperare alla prossima distribuzione dei dividendi, quando gli utili dovrebbero assestarsi a 1,43 dollari per azione, con un calo anno su anno del 6,54%.
Riduzione dei costi a parte, le speranze del gruppo di invertire l’andamento sono riposte nei progetti di partnership che Pessina aveva annunciato ad aprile, in concomitanza con la pubblicazione dei dati del II trimestre. Su tutti spicca l’operazione con VillageMD, una catena di poliambulatori delle cure primarie: l’obiettivo è quello di rispondere a Cvs Pharmacy (la seconda catena Usa dopo Wba, con 9.600 punti vendita) e al suo nuovo format Health Hub, che unisce farmacia dei servizi e retail clinic. Cvs ha già aperto tre di questi “supermercati della salute” nella zona di Houston, in Texas, e guarda caso sempre a Houston dovrebbe partire entro la fine dell’anno la sperimentazionedi Wba, con l’apertura di cinque poliambulatori da 250 mq chiamati “Village medical at Walgreens” accanto ad altrettante farmacie del gruppo. L’obiettivo, recita un comunicato di Wba, «è quello di offrire agli assistiti un’esperienza del tutto nuova» nell’ambito dell’assistenza primaria: «L’integrazione delle cure primarie e della farmacia» ha dichiarato Tim Barry, ceo di VillageMD « un altro esempio dell’impegno profuso daWalgreens e VillageMD per i loro clienti».
Oltre a inseguire Cvs sul terreno dei servizi clinici, Wba continua anche a rafforzare la propria presenza sull’online, nell’evidente sforzo di tenere a bada le ambizioni di Amazon. E’ del mese scorso la notizia che Walgreens ha adottato la piattaforma Narvar Concierge per il ritiro pickup o la restituzione dei prodotti acquistati online: il sistema, in sostanza, consente ai retailer che vendono online di proporre ai loro clienti il ritiro o il reso in un qualsiasi negozio fisico della rete Narvar, che attualmente raccoglie più di 600 insegne comprese Sephora, Levi’s, Bose e L’Oréal. «I clienti stanno continuando a ridefinire valore e convenienza dei servizi commerciali» ha commentato Alex Gourlay, condirettore operativo di Wba «questo è un altro modo per offrire un’esperienza di vendita differenziata con soluzioni più semplici e veloci».
Infine, c’è attesa tra gli analisti per le acquisizioni che Wba potrebbe tentare nelle settimane a venire sempre con l’obiettivo di risollevare le proprie performance finanziarie. Come spiega in un articolo la rivista americana Forbes, è convinzione di diversi osservatori che il gruppo si stia preparando ad altre espansioni, tenuto conto che l’ultima operazione di grandi dimensioni risale a più di un anno fa con l’acquisizione da Rite Aids di oltre 1.900 farmacie. E se alcuni scommettono per l’acquisto del distributore AmerisourceBergen, dove Wba è già presente con una quota azionaria, altri suggeriscono che l’obiettivo potrebbe essere LabCorp, società di servizi diagnostici che si integrerebbe perfettamente nell’offerta delle farmacie Walgreens. Non resta che stare a vedere.