E’ l’integratore la locomotiva che, più di ogni altra categoria di prodotto, spinge dal lato della crescita il mercato della farmacia. E se il canale chiude il 2018 in territorio negativo (-1,3%), il comparto mette a segno un incremento che a valori raggiunge il 5,6% (e porta il giro d’affari annuo a 2,8 miliardi di euro) che assicura al bilancio della farmacia un contributo in positivo dello 0,6%, senza il quale la perdita arrecata dal farmaco etico (-2,1%) avrebbe avuto conseguenze ben più nefaste. Risultato, a fine 2018 il segmento degli integratori partecipa al fatturato della farmacia per una quota del 12%, la più importante nell’intera area del “senza ricetta”.
Il mercato 2018 della farmacia: segmenti e trend
La segmentazione per quote di mercato
I dati arrivano dalla quarta Indagine di Federsalus sulla filiera italiana degli integratori alimentari, il rapporto con cui ogni anno l’associazione produttori fotografa numeri e tendenze del comparto. Sul quale continua a splendere il bel tempo: poco meno di 200 le aziende attive in Italia, in crescita il numero degli addetti (più di 11.500, +8,7% sul 2017) e soprattutto il fatturato complessivo del settore, che tocca i 3,3 miliardi (+5%) e mantiene l’Italia al primo posto per quota di mercato europea (23%).
Integratori, le quote di mercato dei canali di vendita
Di questi 3,3 miliardi, come già detto in apertura, 2,8 finiscono in farmacia, che rimane il canale distributivo privilegiato con una quota di mercato di oltre l’86% a valori. Si fermano invece all’8,6% la parafarmacia (280 milioni circa) e al 5,4% la gdo (178 milioni di euro). Incide senz’altro su tale polarizzazione l’immagine che ormai integratore riveste agli occhi del consumatore: nel 2018, dice Iqvia, i medici hanno dedicato agli integratori 26 milioni di ricette, in crescita del 30% negli ultimi due anni. E tra le categorie più performanti spiccano i probiotici, i regolatori del colesterolo, i prodotti per il sistema urinario, i prodotti per lo stomaco.«Questa categoria di prodotto» è il commento di Federsalus «rientra dunque a pieno titolo nella pratica clinica del medico e in particolare dei medici di medicina generale (24%), dei pediatri (16%), degli ortopedici (15%) e dei ginecologi (14%), ossia le principali categorie che ne consigliano l’utilizzo ai propri pazienti».
Attraverso quali fonti ha cercato informazioni sugli integratori?
La prima volta che ho utilizzato un integratore me lo ha consigliato…
Il farmacista però non viene relegato nelle retrovie: se per il 42% dei consumatori è il medico il punto di riferimento cui rivolgersi quando c’è da scegliere un integratore, il 32% indica il farmacista che precede di parecchie lunghezze la pubblicità (22%) e internet (14%). Ciononostante, dice l’Indagine, il 10% degli investimenti effettuati dalle aziende del comparto è finito in e-commerce, mentre un altro 12% è stato speso in digitalizzazione. «Federsalus vuole favorire un contesto normativo che valorizzi l’identità specifica dell’integratore e il suo ruolo per la salute ed il benessere delle persone» commenta il presidente dell’associazione, Marco Fiorani «per continuare a creare occupazione, innovazione e quindi crescita, il settore necessita di criteri di valutazione di sicurezza ed efficacia specifici per l’integratore a livello europeo. La mancata armonizzazione delle regole Ue è un freno alla libera circolazione dei prodotti e quindi alle esportazioni delle aziende italiane».