Il concorrente più forte della farmacia nel mercato commerciale – la distribuzione moderna – chiude il 2018 in forte affanno, con una crescita a valori quasi inesistente (+0,1%) e un decremento dei volumi contenuto ma in netta controtendenza rispetto al biennio precedente (-0,6%). La fotografia arriva dal recentissimo report con cui IRi ha analizzato le performance mostrate nell’ultimo anno dai canali del Largo consumo confezionato (iper e supermercati, libero servizio, specialisti casa e persona): a pesare, spiegano i ricercatori dell’istituto, sono «il peggioramento del quadro economico internazionale (turbolenza del commercio e speculazione finanziaria) e il ripiegamento della fiducia di famiglie e imprese», che incidono negativamente sulle vendite.
Per ridurre la caduta, le insegne hanno messo in campo negli ultimi tre mesi dell’anno una forte spinta promozionale, che «ha consentito di recuperare lievemente nei valori e di limitare le perdite nei volumi». Gli effetti di tali interventi si sono però sentiti sui prezzi che, nonostante la spinta rialzista (dovuta a una domanda sempre più orientata verso prodotti di valore e fattori congiunturali come il costo delle materie prime e l’apprezzamento del dollaro), hanno chiuso il 2018 con un incremento particolarmente contenuto (+0,7%).
La stagnazione dei consumi, è la previsione di IRi, dovrebbe proseguire anche nel 2019: incideranno il quadro economico e un’offerta a scaffale dalla spinta propulsiva in esaurimento, per la stanchezza o la saturazione che connota progressivamente alcuni prodotti di tendenza dai quali negli ultimi anni era giunta una spinta importante alle vendite. Le stime, così, ipotizzano per il Largo consumo confezionato (Lcc) una crescita nell’anno corrente dello 0,1% in volumi e dello 0,5% in valori, cui dovrebbe corrispondere un incremento dei prezzi ancora più contenuto. Morale, «l’inflazione, benché debole, sarà comunque l’unico fattore di crescita delle vendite a valore nel 2019, come già accaduto l’anno scorso».
Per le farmacie, i segnali provenienti dal report da tenere d’occhio riguardano principalmente l’andamento dei consumi: come scrive IRi, da qualche anno le tendenze del Lcc «sono diventate un “indicatore precoce” dello stato di salute e di fiducia del Paese».