Cresce, tra gli adolescenti, l’uso di farmaci per finalità non terapeutiche: tra gli studenti di scuola superiore, il 21% ha assunto psicofarmaci o altri medicinali senza controllo medico almeno una volta (il 12% nell’ultimo anno) e la tendenza interessa molto di più le ragazze rispetto ai maschi (16,3% vs 7,5%). In particolare, le inappropriatezze riguardano soprattutto i farmaci dimagranti, il cui uso tra le adolescenti è circa triplo rispetto ai coetanei. Ma anche l’uso di psicofarmaci con ricetta è cresciuto: la quota di under 19 che li ha assunti almeno una volta è passata dall’8% circa del pre-pandemia al 12,7% del 2022, per poi calare al 9,6% nel 2024 ma anche in questo caso con prevalenza femminile.
Sono alcuni dei dati che arrivano dall’Atlante dell’Infanzia (a rischio) 2025, realizzato da Save the Children mettendo assieme fotografie ed evidenze provenienti da indagini condotte tra gli adolescenti italiani (13–19 anni) nell’ultimo anno. A emergere, è un quadro del rapporto tra i ragazzi, corpo e salute di estrema utilità per chi in farmacia dialoga con i teenager e le loro famiglie.
Cominciamo dal quadro d’insieme: la maggioranza dei 17enni italiani è normopeso (circa 78%) e solo un quinto circa risulta in eccesso di peso. Eppure il 40% delle ragazze 15enni si considera sovrappeso a fronte di un’incidenza reale dell’11%. Al contrario, i coetanei maschi tendono a percepirsi in modo più aderente alla realtà (il 22% si vede sovrappeso, mentre circa il 25% lo è effettivamente). La pressione estetica è confermata da un sondaggio internazionale citato nell’Atlante: il 55% delle ragazze 13–17enni ritiene che “avere un bell’aspetto” sia una priorità assoluta (tra i ragazzi il 39%), e il 45% delle adolescenti (37% dei maschi) teme l’esclusione dal gruppo. Non stupisce quindi il ricorso diffuso ai filtri fotografici e all’auto-presentazione “perfetta” sui social: pur di aderire ai modelli, molti giovani costruiscono online un’immagine abbellita di sé – una sorta di Narciso moderno a caccia di like – che li allontana dalla realtà.
Forse anche per questo, gli indicatori sul benessere mentale mostrano un peggioramento rispetto al pre-pandemia. La quota di giovani con bassa autostima è salita da circa un quarto a oltre un terzo del totale. L’incremento riguarda soprattutto le ragazze (dal 34,1% nel 2019 al 48,0% nel 2023) ma tocca anche i ragazzi (dal 16,5% al 24,3%). Su scala globale, dice l’Atlante, l’Unicef stima che un adolescente su sette (10–19 anni) abbia un disturbo mentale diagnosticato, principalmente ansia o depressione, e che oltre la metà di questi disturbi insorga prima dei 14 anni.
Nelle strutture sanitarie si registra un aumento di accessi per emergenze psichiatriche giovanili, inclusi atti autolesivi gravi. Allo stesso tempo, l’offerta di supporto psicologico fatica a tenere il passo. Nel 2022 il neonato “Bonus Psicologo” ha ricevuto quasi 396 mila domande, ma i fondi hanno coperto solo circa il 10% delle richieste. Nel 2023 le domande sono salite oltre quota 400 mila, con un tasso di accoglimento crollato sotto l’1%. Circa un sesto delle richieste 2022 proveniva da minorenni, segno che il bisogno di sostegno psicologico tocca da vicino anche gli under 18.
Il rapporto conflittuale con il corpo e il bisogno di alleviare il disagio si riflettono in comportamenti poco salutari. L’uso di alcol è molto diffuso: l’83% dei 15–19enni ha consumato bevande alcoliche almeno una volta e oltre tre quarti (76%) lo ha fatto nell’ultimo anno. Quasi un terzo (31%) riferisce episodi di binge drinking (abbuffate alcoliche) nell’ultimo mese. Anche il fumo di tabacco inizia presto. Quasi la metà degli studenti delle superiori (48%) ha provato sigarette, e il 39% ha fumato nel 2024; uno su cinque fuma quotidianamente. Dati analoghi emergono per le sigarette elettroniche: il 50% ha svapato almeno una volta e il 40% nell’ultimo anno. In molti casi l’abitudine al fumo (tradizionale o elettronico) comincia prima dei 15 anni. Quanto alle droghe, il 37% degli studenti riferisce di aver provato sostanze illegali almeno una volta, e uno su quattro (25%) nell’ultimo anno – prevalentemente cannabis (21% nell’ultimo anno).
In sintesi, il quadro tracciato dall’Atlante 2025 descrive una generazione molto attenta all’apparenza ma anche insicura, con fragilità psicologiche in crescita e comportamenti spesso rischiosi per la salute. Per i farmacisti, conoscere queste tendenze è fondamentale per relazionarsi positivamente con i pazienti più giovani, offrire consigli adeguati e – se necessario – indirizzarli verso specialisti.


