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Sciopero del 6 novembre, New Line: ingressi in calo anche del 20%, ma per meno di una farmacia su dieci

Filiera

In termini di ingressi, il primo sciopero nazionale dei dipendenti di farmacia del 6 novembre scorso ha avuto effetti limitati per il canale nel suo complesso, ma significativi per una parte dei punti vendita. Questa almeno è la constatazione cui invita l’analisi condotta per Pharmacy Scanner da New Line Ricerche di Mercato sulla base degli scontrini emessi nella giornata dell’agitazione dal suo campione di riferimento per il tracking giornaliero, composto da novemila farmacie e rappresentativo del comparto su scala nazionale. Sia chiaro, i dati che ne discendono non vanno intesi come un “proxy” (un indicatore sostitutivo) per misurare il tasso di adesione allo sciopero da parte dei collaboratori oppure la quota di esercizi costretti a chiudere per mancanza di personale. Ci penseranno i sindacati delle due parti, sempre se lo vorranno fare, a fornire cifre al riguardo. Quello che invece abbiamo voluto fare, piuttosto, è valutare il comportamento del pubblico nella specifica giornata considerato che nella settimana precedente lo sciopero ha avuto ampia copertura sui media nazionali e locali.

A tal fine, gli esperti di New Line hanno raffrontato il numero di ingressi giornalieri registrato giovedì 6 novembre dalle farmacie del campione con quelli che le stesse dichiarano negli altri  normali giovedì dell’anno (esclusi per evidenti ragioni i due mesi di luglio e agosto e le ricorrenze cadute quest’anno in tale giorno della settimana). Che cosa hanno fatto allora il 6 novembre gli italiani?

 

Battuti sette scontrini in meno per farmacia

Fonte: New Line Ricerche di Mercato, campione novemila farmacie

 

La tabella qua sopra riassume l’esito dell’analisi: nel giorno dello sciopero, le farmacie del campione hanno registrato una media di 179 ingressi per esercizio, sette in meno degli altri normali giovedì dell’anno (ossia una contrazione del 3,8%). «Misurato in questi termini» commenta Viki Nellas, R&D lead di New Line «lo sciopero non sembra avere avuto un impatto traumatico a livello di farmacia media. Tuttavia, se restringiamo il campo di analisi emergono evidenze più interessanti».

Grattando la superficie delle medie, infatti, spuntano differenze sensibili tra gli esercizi: in particolare, si osserva un gruppo di farmacie, pari a circa l’8% del campione, che evidenzia cali degli ingressi anche superiori al 20% (sempre rispetto agli altri normali giovedì dell’anno). E c’è un’altra fetta di farmacie, circa il 21% del totale, che ha visto diminuire gli ingressi di circa il 10%. «Sull’insieme del campione» osserva ancora Viki Nellas «queste contrazioni si compensano, il che fa pensare che nella giornata dello sciopero ci sia stato uno spostamento di clientela dalle farmacie dove il personale ha scioperato con una certa consistenza a farmacie dove non ci sono state astensioni oppure le ricadute sul servizio sono state marginali».

Le rilevazioni confermano: a fronte di quel quasi 30% di farmacie che hanno lamentato cali significativi degli ingressi, New Line registra un 40% di punti vendita che ha invece in quella giornata avuto ingressi in crescita rispetto al normale. «Questa dinamica» fa notare Nellas «diventa ragionevole se ipotizziamo che le adesioni più consistenti allo sciopero siano avvenute nei grandi centri urbani, dove si trovano tante farmacie a poca distanza l’una dall’altra e quindi per i clienti è stato più facile trovare un’altra farmacia». Ogni titolare valuterà in base alla sua esperienza diretta.

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