Anche se a passi molto piccoli, continua a crescere nel canale farmacia la quota di mercato della marca privata: rappresentava il 3,6% delle vendite a valori nel 2022, pesa per il 4,2% nel 2025 secondo le elaborazioni di Iqvia relative ai primi nove mesi dell’anno. Ma cresce ancora se si restringe l’osservazione ai singoli panieri: nell’igiene e bellezza la private label assorbe il 7,3% delle vendite a valori, tra gli integratori prende il 5,5%. La fotografia arriva dalla Convention 2025 di Federfarma.co, organizzata a Bari il 4 novembre, dove alla marca privata è stato dedicato un approfondimento curato da Alessandro Rosso, Head of marketing & private label della società di servizi.
Private label, nel cura persona in farmacia vale ormai il 7% del mercato
Quando si parla di marca privata, il benchmarking rimane la gdo che con le sue linee copre ormai il 30% delle vendite a valori. «La quota di consumatori italiani che dichiara di acquistare sempre più spesso prodotti a marchio del distributore» ha ricordato a tal proposito Rosso «ammonta ormai al 56%, poco più di uno su due, e in un anno è cresciuta del 3%». Chi compra, in altri termini, mostra nei confronti della private label una fiducia sempre più solida, che fa perno su tre fattori chiave: coerenza qualitativa, trasparenza delle informazioni e continua disponibilità. «La private label in farmacia» è dunque la riflessione di Rosso «non rappresenta soltanto una leva di prezzo: è qualità, fiducia e identità della farmacia; un’opportunità strategica di crescita per l’intera filiera».
Il discorso ovviamente vale anche per Profar, la private label di Federfarma.co: tra le cifre chiave passate in rassegna alla convention, le 354 referenze in portafoglio (il 66% delle quali appartenenti al parafarmaco), una penetrazione media a valori del 2,9% rispetto al mercato in farmacia delle marche private e una crescita sull’anno del 5,4% nell’igiene e bellezza e di quasi l’8% nel parafarmaco. «Siamo primi con un nostro prodotto a marchio nella categoria aerosol» ha detto ancora Rosso «e occupiamo tutti e tre i gradini del podio nella categoria degli autotest analitici». Quanto al 2026, ha concluso il responsabile della divisione Marketing di Federfarma.co, «i piani sono quelli di lavorare sulle categorie di prodotto che crescono, cioè igiene e bellezza e parafarmaco, e dismettere progressivamente quelle dai fatturati in calo, come gli integratori, dove è già consistente l’offerta delle marche private delle nostre cooperative».



