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I 55 anni di Unifarm, la società dei farmacisti (800 soci) che crede nel valore della fedeltà. E la coltiva

Filiera

Spegne 55 candeline sulla torta di compleanno Unifarm, la società della distribuzione farmaceutica che raccoglie circa 800 soci (la metà aggregati nel network Unilife) e serve 1.900 farmacie tra nord Italia e Sardegna. Sabato 25 ottobre, al Palazzo della Gran Guardia di Verona, i festeggiamenti ufficiali, con una tavola rotonda dedicata al tema delle relazioni di valore, un concerto con il cantautore Giovanni Caccamo e un intervento del critico d’arte Fortunato D’Amico, curatore di mostre dedicate a Michelangelo Pistoletto. È stata l’occasione per tracciare un bilancio del percorso coperto in mezzo secolo di vita dalla società (oggi un gruppo che include tra gli altri Unifarm Sardegna e l’Unione farmacisti liguri) e buttare un occhio sui progetti in cantiere per l’anno nuovo, votati all’innovazione tecnologica. «Si può dire che il modello adottato 55 anni fa, imperniato sulla robusta fedeltà delle farmacie associate, con un tasso superiore all’80%, continua a dimostrare tutta la sua attualità» osserva il presidente, Paolo Cainelli.

Il modello, poi, assicura al gruppo solidità finanziaria e quindi continuità dei servizi. «Anno dopo anno mostriamo bilanci solidi» osserva Cainelli «che all’interno di un sistema virtuoso ci consentono di offrire alle farmacie clienti condizioni commerciali interessanti e distribuire dividendi ai soci con buone soddisfazioni per le une e gli altri». Quello della fedeltà, in effetti, è uno dei temi che soltanto di recente la distribuzione intermedia ha cominciato a mettere in primo piano, cosa che di fatto rende Unifarm un benchmark per le altre società dei farmacisti. «C’è chi dice che riusciamo ad avere questi tassi di fedeltà perché copriamo un territorio circoscritto» puntualizza Cainelli «ma non è vero perché cresciamo non solo in Trentino ma anche in Veneto, dove a competere ci sono quasi tutti i distributori. La verità è che le farmacie capiscono molto bene qual è il valore che discende dalla fedeltà, quindi entrano volentieri nella nostra rete».

La fedeltà degli associati è l’asse portante anche del network Unilife. «Abbiamo due livelli di affiliazione» spiega Francesca Rauzi, vicepresidente di Unifarm «in quello light le farmacie fanno passare dalla centrale il 70% degli acquisti totali – etico e area commerciale – in quello strong invece arriviamo al 90%». In più, gli aderenti a quest’ultimo livello si avvalgono per gli acquisti di Sara, il sistema di Unifarm per il riordino automatico. «È uno dei motivi per cui sempre più farmacie si spostano dal livello light a quello strong» osserva Claudio Occoffer, direttore operativo di Unifarm «sulle 400 che fanno capo al network, il livello di affiliazione a maggiore fedeltà ne conta ormai 360».

Quanto ai programmi per il 2026, la priorità è ovviamente quella di continuare a crescere: «Crediamo nella rete e quindi anche nel prossimo anno lavoreremo per allargarla e far entrare nuove farmacie, a patto ovviamente che condividano il nostro modello» riprende Cainelli «ma non cerchiamo a tutti i costi nuovo fatturato, cerchiamo la fedeltà. Riteniamo che questo sia oggi il valore da preservare: spesso chi accresce il fatturato accresce le perdite, noi invece perseguiamo un modello sostenibile». «Non andiamo in giro a reclutare nuove adesioni» aggiunge la vicepresidente Rauzi «sono le farmacie a chiederci di entrare per beneficiare degli strumenti e dei progetti che lanciamo. Per il 2026 ne abbiamo in cantiere diversi, per esempio sulla comunicazione: stiamo lavorando a un chatbot alimentato dall’Intelligenza artificiale che aiuta e supporta il farmacista nella consulenza al paziente, ma stiamo lavorando anche a diversi servizi che proporremo per facilitare il lavoro di backoffice dei titolari».

Il chatbot, in particolare, è in fase di “beta test” in un centinaio di farmacie dopo avere completato una fase di rodaggio in una decina di esercizi: grazie a un robusto database, aiuta il farmacista a rispondere alle domande del paziente e supporta il consiglio alla terapia dispensata nell’ottica di favorire l’aderenza terapeutica. Una piattaforma ad uso esclusivamente professionale, anche perché destinata a personale laureato in grado di gestire correttamente le informazioni, che non sarà proposta alla clientela, ma servirà al farmacista per affinare e arricchire il “consiglio umano”. «La nostra mission» conclude Rauzi «è aiutare la farmacia indipendente e ripagare la sua fedeltà al network e al distributore. Abbiamo soci fedelissimi che ci scelgono non per il marketing o la comunicazione, ma perché fanno una scelta di campo a beneficio della loro farmacia».

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