Quattro italiani su dieci non riescono a seguire stili di vita salutari e di questi quasi uno su tre (il 29%) indica tra i motivi difficoltà di carattere economico. Tanto che nel nostro Paese arriva al 40% (e tra le donne al 44%) la quota di coloro che ammettono di «far fatica a tenere sotto controllo le proprie finanze», mentre in Francia si ferma al 37%, in Uk e Spagna al 28% e in Germania al 27%. I dati arrivano dall’edizione 2025 dello Stada Health Report, la ricerca condotta da Human8 per conto del Gruppo Stada in 22 Paesi (per un totale di oltre 27mila interviste) con l’obiettivo di fotografare a cadenza annuale abitudini e orientamenti degli europei sulla salute. Di forte interesse per il mondo della farmacia l’istantanea che riguarda il nostro Paese, perché circostanzia fenomeni che già altre fonti avevano cominciato a segnalare: consumi dell’area commerciale in crescita negativa rispetto al 2024, ingressi in contrazione, cura persona in stallo nel canale digitale (tanto a volumi quanto a valori), tutti segnali che già quest’estate per qualche osservatore facevano dubitare fosse ancora giustificato parlare di resilienza della domanda per certi segmenti del mercato della farmacia.
Ma che cosa dice la fotografia degli italiani che propone lo Stada Health Report? Per cominciare, predichiamo bene ma non razzoliamo sempre altrettanto bene: il 91% di noi pensa che un’alimentazione sana possa prevenire le malattie, ma solo il 64% dichiara di seguire una dieta equilibrata; il 59% dice di assumere integratori a base di vitamine e minerali (il 32% per sostenere il sistema immunitario, il 31% per aumentare energia e vitalità, il 20% per colmare le inadeguatezze dell’alimentazione, il 19% per la pelle, i capelli e la bellezza) ma un italiano su tre ammette di non sottoporsi ad alcun check-up sanitario.
Per le farmacie che offrono screening o check-up, le indicazioni del Report sui motivi addotti dagli italiani che non si sottopongono a controlli sanitari preventivi offrono utili spunti di riflessione: il 28% dice che sono troppo costosi (un altro segnale dei problemi economici che affliggono molte famiglie), il 24% lamenta mancanza di informazioni su quali check-up è opportuno fare, il 20% lamenta difficoltà di accesso od offerta, il 16% mancanza di tempo.
È evidente che da buona parte di queste motivazioni giungono di fatto altrettanti assist per la farmacia dei servizi, che si può proporre come un canale autorevole per informare e orientare e con la sua capillarità fa risparmiare tempo e denaro. D’altronde, dice ancora la ricerca di Stada, gli italiani continuano a tributare al farmacista ampia fiducia: il 58% degli intervistati dice di fidarsi «abbastanza o completamente» di lui (in coabitazione con il medico di famiglia), un tasso molto più rilevante di quello raccolto dall’Intelligenza Artificiale, dai motori di ricerca online e dagli influencer della salute. In particolare, il 39% degli intervistati ha fiducia perché può ricevere consigli su come assumere i farmaci e sui possibili effetti collaterali; il 33% si fida perché conosce le
persone che ci lavorano; il 31% perché la farmacia è un punto di riferimento unico dove si può trovare ciò che serve per la salute.
«L’indagine» commenta a Pharmacy Scanner Salvatore Butti, general manager & managing director di Eg Stada Group «lascia intendere che sebbene la fiducia nel Ssn degli italiani rimanga inalterata, aumentano i problemi di accessibilità – a causa principalmente delle liste di attesa – e di costi della sanità privata, che spingono sempre più persone a rinunciare alle cure. In questo contesto, invitare i pazienti che hanno più difficoltà a rivolgersi al farmaco generico significa permettere a queste persone di destinare le loro risorse ad altre spese sanitarie: nn ricordiamo che oggi gli italiani spendono più di un miliardo di euro all’anno soltanto per coprire la differenza tra branded e off patent».