Sull’extramargine dello 0,65%, l’invito a “patteggiare” che Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, ha rivolto la settimana scorsa alle aziende del generico dalle pagine di Pharmacy Scanner non sembra avere ammorbidito le posizioni. Versante industria, anzi, le intenzioni parrebbero rimanere bellicose, almeno a giudicare dai tam-tam che riecheggiano nella filiera: notizia filtrata nei giorni scorsi, sarebbero addirittura una ventina (ossia la quasi totalità) i produttori di equivalenti che approfittando dell’integrazione del ricorso ordinata a giugno dal Tar Lazio si sono aggiunti al contenzioso che sullo 0,65% avevano aperto un mese prima Teva Italia e Doc Generici.
Probabile quindi che una settimana fa Mirone abbia teso la mano ai genericisti proprio per disinnescare l’escalation accesa dal ricorso delle due multinazionali: con un Governo che si sta mostrando particolarmente attento ai problemi della farmacia, aveva detto il presidente di Federfarma Servizi, produttori e grossisti dovrebbero mettere da parte le incomprensioni e ragionare di comune accordo su un pacchetto di interventi condivisi, da inviare al Governo.
A quanto pare, tuttavia, l’uscita starebbe raccogliendo scarse aperture tra i genericisti, che non hanno dimenticato il precedente di un anno fa. Allora, infatti, furono i distributori a respingere la mano tesa dell’industria: la Legge di Bilancio (con i due commi sull’extramargine) era ancora in cantiere e dai produttori arrivò la proposta di evitare soluzioni affrettate e aprire un tavolo per studiare un provvedimento organico, che aiutasse la distribuzione senza mettere in difficoltà i piccoli genericisti. Non c’è tempo, fu la risposta di Federfarma Servizi, il comparto non può più aspettare.
Di fatto, invece, i distributori stanno ancora aspettando: le disposizioni della Legge di Bilancio che hanno ridotto dal 66,65% al 66% la quota di spettanza dell’industria e alzato dal 3 al 3,65% quella dei grossisti, infatti, sono applicate al momento soltanto ai farmaci branded, mentre per sapere se i generici sono dentro o no (circa 15 milioni, secondo le stime, il gettito annuo che ne ricaverebbero i distributori) occorrerà arrivare a gennaio, quando il Tar Lazio esaminerà nel merito i ricorsi delle aziende.
Intanto, nuove chance di riappacificamento arrivano dal ddl delega con cui il Governo si accinge a riordinare e svecchiare la normativa sulla farmaceutica. Potrebbe essere l’occasione per risistemare il “pasticcio” cucinato dalla Legge di Bilancio (non si può dire che i due commi sull’extramargine sono stati scritti in modo cristallino) in un modo che vada giù tanto alle aziende quanto ai grossisti, ma è difficile che il testo finale, un decreto legislativo, riesca a vedere la luce prima della fine del 2026.