Presidente Losio, il 20 luglio si è completata l’ultima fase della fusione tra Cef e Unico. È stato un processo lungo e laborioso, qual è il suo stato d’animo: si corona un percorso o comincia una sfida?
Entrambe le cose. Il 20 luglio rappresenta sicuramente un traguardo importante, il coronamento di un percorso lungo, faticoso, ragionato e condiviso, nato non da logiche opportunistiche ma da una visione chiara che abbiamo cercato di portare avanti con coerenza tra i mille ostacoli che abbiamo dovuto affrontare: costruire un soggetto forte e autenticamente cooperativo a tutela della farmacia indipendente. Ma allo stesso tempo è anche l’inizio di una nuova e affascinante sfida che richiederà rigore, capacità di integrazione e una tensione costante verso l’eccellenza. Abbiamo unito due storie importanti che affondano le loro radici nell’anima vera della farmacia italiana, ma ora dobbiamo renderle un’unica realtà efficace, coerente, competitiva.
Ora che il traguardo è stato tagliato, qual è il suo primo pensiero a guardare la strada fatta?
Rivolgere un ringraziamento a tutte le persone che hanno reso possibile questo percorso: il management, i team operativi, i colleghi e le colleghe di Unico e Cef, che in questi mesi hanno lavorato con dedizione, competenza e grande spirito di servizio. La nascita di Q Farma è il risultato di uno sforzo collettivo straordinario, ma anche l’inizio di una nuova costruzione, che non si regge solo su numeri o strategie, ma sul valore delle persone che ogni giorno fanno funzionare questa macchina. Le persone sono la nostra vera punta di diamante, il nostro vantaggio competitivo più autentico. È da lì che dobbiamo ripartire: dalla fiducia, dalla qualità e da una cultura del merito che ci permetta di crescere insieme. Solo così Q Farma potrà davvero essere, ogni giorno, la casa della farmacia indipendente italiana.
Quali saranno le tappe a seguire?
Abbiamo davanti a noi un periodo di assestamento operativo e organizzativo che sarà intenso. Q Farma è una macchina molto complessa, che effettua più di 20mila consegne giornaliere e dove lavorano quasi duemila persone. Dovremo consolidare i sistemi, armonizzare i processi, integrare le culture aziendali. Una sfida certamente importante, che affrontiamo però con una squadra di grande valore. L’obiettivo è arrivare al completamento dell’integrazione operativa entro la fine del 2025, ma già nei prossimi mesi puntiamo a ottenere i primi effetti positivi in termini di efficienza, servizio e sostenibilità.

Come devono leggere questa operazione i farmacisti titolari?
Devono leggerla per ciò che è: un atto di responsabilità e visione, fatto per loro e con loro al centro di ogni nostra scelta. In un mercato sempre più dominato da logiche finanziarie e da gruppi integrati verticalmente, Q Farma è una risposta cooperativa e concreta, costruita per difendere l’autonomia professionale della farmacia. Non ci siamo uniti per fare più margine ma per costruire una rete forte che metta al centro le esigenze delle farmacie e dei loro titolari. Ogni ordine, ogni scelta quotidiana di un farmacista verso Q Farma è un investimento sulla propria libertà.
La distribuzione sta attraversando da tempo una fase difficile. Q Farma potrebbe essere il primo atto di una nuova stagione di M&A?
È evidente che il settore ha bisogno di razionalizzazione e di nuovi equilibri industriali. L’integrazione tra Cef e Unico non è un’operazione di emergenza, è una risposta strutturale, costruita per durare. Q Farma ha ora la massa critica, la rete logistica e il radicamento territoriale per essere un punto di riferimento anche per chi, nel mondo cooperativo, vorrà aggregarsi su un progetto che ha una governance chiara e una finalità mutualistica autentica. Non escludo che in futuro ci possano essere altri soggetti pronti a fare un percorso simile, ma ciò che conta è che sia coerente con i valori e le regole della cooperazione.
E-commerce, ce.di delle catene, acquisti diretti… da cosa dovrà guardarsi Q Farma?
Dovremo guardarci da tutto ciò che produce disintermediazione ed omologazione. L’e-commerce e gli acquisti diretti sono il segno di un mercato che cambia, ma anche di una filiera che rischia di perdere prossimità, relazione e senso del servizio. Il nostro modello non si fonda sugli sconti a ogni costo, che sono spesso l’unica leva competitiva del canale online, ma su elementi ben più strutturali: qualità, affidabilità, relazione umana e capacità di adattarsi alle esigenze specifiche delle farmacie. La nostra risposta non sarà inseguire la logica della rincorsa al ribasso, ma consolidare un vantaggio competitivo basato sulla fiducia, sulla capillarità e sul valore autentico della nostra rete. Se saremo coerenti con questa visione e sapremo migliorarci ogni giorno, non dovremo temere il cambiamento. Sono certo che avremo la forza per guidarlo.