Il partner tecnico è niente meno che La Poste Santé & Autonomie, la società delle Poste francesi per la sanità digitale. Per le farmacie invece ci sono Federgy, Cngpo e Udgpo, le federazioni e le associazioni dei network e delle insegne di farmacia, e i due sindacati dei farmacisti titolari, la Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France) e l’Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine). Tutti insieme, sono i firmatari dell’intesa che il 22 maggio scorso ha gettato le fondamenta di Ma Pharmacie en France, il marketplace con cui la professione spera di arginare e contrastare la concorrenza di colossi come Amazon, Shop Apotheke e DocMorris.
Tra i servizi della piattaforma, l’home delivery attraverso le Poste
L’obiettivo della piattaforma, che dovrebbe vedere la luce dal prossimo ottobre, è quello di preservare il ruolo di raccordo che le farmacie recitano nel percorso di cura, nonostante le trasformazioni connesse alla digitalizzazione della sanità e la crescente domanda di servizi online. A tale scopo, fanno sapere i firmatari, il portale offrirà un’ampia gamma di servizi, pensati per coniugare innovazione e rispetto delle specificità del modello distributivo francese.
Tra questi, la consegna a domicilio dei medicinali rappresenta uno degli elementi chiave: non si tratta di una distribuzione centralizzata in stile e-commerce generalista (tipo Amazon, per l’appunto), ma di un servizio che si attiva esclusivamente dopo la dispensazione del farmaco da parte della farmacia scelta dal paziente. Saranno quindi i singoli esercizi a preparare l’ordine, che verrà poi affidato ai 60mila postini delle Poste francesi per la consegna, con modalità che garantiscono sicurezza e tracciabilità: pacchi sigillati e opachi, personale formato specificamente per il trasporto dei medicinali, un’infrastruttura digitale in grado di integrarsi con i gestionali delle farmacie, in modo che ogni farmacista possa ricevere notifiche e gestire l’ordine all’interno del proprio flusso di lavoro quotidiano.
Il portale consentirà inoltre la vendita online di medicinali senza obbligo di prescrizione, prodotti di parafarmacia e dispositivi medici, ma sempre nel rispetto di un principio fondamentale: il paziente potrà acquistare solo dalla propria farmacia di riferimento, nell’ambito del proprio territorio. Sarà dunque impossibile, per esempio, che un marsigliese possa ordinare in una farmacia parigina, una limitazione che serve a preservare gli equilibri territoriali del sistema e impedire pratiche concorrenziali scorrette, come l’ascesa di grandi hub digitali in grado di drenare ordini da tutto il Paese.
Ma Pharmacie en France, inoltre, offrirà servizi sanitari digitali come la prenotazione online di vaccinazioni, consulenze farmaceutiche (in Francia tra le prestazioni erogate ci sono ricognizione e aderenza delle terapie) e altri servizi, e infine un canale di comunicazione istituzionale per diffondere messaggi di salute pubblica e informazioni pratiche, come le farmacie di turno. L’obiettivo è costruire un’interfaccia che mantenga saldo il rapporto di fiducia tra cittadino e farmacista, anche nell’ambiente digitale.
Un modello che preserva l’etica professionale
Alain Grollaud, presidente di Federgy e promotore del progetto, ha sottolineato: «I farmacisti devono prendere in mano il proprio destino. Questo non poteva avvenire senza convincere l’intera professione». Il portale, infatti, sarà aperto a tutte le farmacie francesi, indipendentemente dall’adesione a un sindacato o a un gruppo, e prevede un abbonamento mensile intorno ai 50 euro. Il costo della consegna sarà invece a carico del paziente, con una tariffa uniforme su tutto il territorio nazionale.
Il progetto nasce dichiaratamente in opposizione ai modelli di “uberizzazione” della distribuzione farmaceutica, che puntano a centralizzare l’e-commerce del farmaco e a trasformare la farmacia in un semplice punto di erogazione. «Su Google il cliente non va per cercare un prodotto, ma semmai per cercare la sua farmacia di fiducia» ha ribadito Grollaud. Anche Pierre-Olivier Variot, presidente dell’Uspo, ha voluto chiarire che Ma Pharmacie en France «non è uno strumento di dispensazione», che resta saldamente ancorata alla presenza del farmacista e della ricetta.
Secondo Guillaume Bosc, direttore generale della nuova società fondata che gestirà il portale e cui partecipano tutti i firmatari, l’infrastruttura sarà interoperabile con i gestionali delle farmacie e consentirà una gestione fluida degli ordini grazie all’integrazione diretta con il punto vendita. È inoltre prevista l’attivazione di un teleservizio di accompagnamento e consiglio al paziente, a ulteriore garanzia della presa in carico da parte del farmacista anche a distanza.
Prospettive future e condizioni etiche
Nel medio termine, Ma Pharmacie en France si arricchirà di nuove funzionalità: tra le ipotesi già allo studio ci sono strumenti di intelligenza artificiale per individuare ricette sospette o interazioni farmacologiche, servizi dedicati alla gestione delle dimissioni ospedaliere e sistemi per facilitare le forniture di farmaci carenti tra farmacie.
Il portale, spiegano i promotori, non è solo una risposta al mercato, ma anche un presidio a difesa della professione. «È un modo per tagliare la strada a chi vuole trasformare la farmacia in un commercio qualsiasi» ha dichiarato ancora Variot. «Apertura del monopolio, e-commerce, grandi piattaforme: i pericoli sono ovunque. Non vogliamo che i giganti americani operino al nostro posto» ha aggiunto Fabrice Camaioni, vicepresidente della Fspf. A garanzia dell’identità professionale, sono state poste alcune linee rosse invalicabili: il marketplace non poggerà su alcun magazzino centralizzato, sul modello Amazon; non si potranno referenziare i prodotti al di fuori della farmacia scelta dal paziente e e verrà garantita la libertà di scelta del cittadino.
Il lancio ufficiale del portale è previsto per ottobre 2025, e le stime iniziali parlano di un’adesione tra le 3.500 e le 4.000 farmacie. Un punto di partenza per un progetto che punta a restituire al canale farmacia il controllo del proprio futuro digitale.