Continua a crescere il novero delle società titolari di farmacie che hanno capitale o soci in prevalenza non farmacisti e quindi sono soggette alla quota Enpaf dello 0,50% sul fatturato annuo introdotta dalla Legge 205/2017: nel settembre scorso erano tenute al versamento quasi 1.500 tra società di capitale, di persone e cooperative, circa il 36% in più rispetto al 2023 quando il totale ammontava a 953 (pure questo in crescita sull’anno precedente, del 26%).
La statistica arriva dal bilancio consuntivo dell’Enpaf, che il consiglio di amministrazione della cassa ha approvato all’inizio del mese. Come ogni anno, il documento dedica un capitolo alla contabilità del contributo dovuto dalle società (di capitale, di persone o cooperative) controllate dai non farmacisti, il cui numero è in costante aumento da quando è stato istituito l’onere. Crescono i soggetti tenuti al versamento e, ovviamente, crescono gli introiti derivanti dalla contribuzione.
Nel 2024, dice ancora il consuntivo dell’Enpaf, il gettito atteso dal contributo dello 0,50% ammontava a quasi 15 milioni di euro, in crescita del 43% rispetto agli oltre 8,3 milioni accertati per il 2023. Significativo anche il raffronto con il contributo dello 0,90%: nel 2024 le entrate provenienti da tale prelievo hanno toccato gli 86,7 milioni di euro, ossia circa sei volte la contribuzione assicurata dallo 0,50%.
Come ricorda l’Enpaf, il regolamento per la riscossione prevede che le società versino la contribuzione dovuta entro il 30 settembre dell’anno successivo alla chiusura dell’esercizio; a tal fine, fa fede l’autodichiarazione con la quale le società stesse indicano l’ammontare del fatturato per l’anno precedente, da trasmettere alla Fondazione entro trenta giorni dalla scadenza del termine per l’invio della dichiarazione iva. La tabella sopra, realizzata sulla base dei dati del bilancio 2024, evidenzia che non tutte le società versano puntualmente e integralmente. La differenza tra accertato e incassato si aggira di anno in anno tra il 15 e il 25% e ovviamente l’Enpaf ricorre a tutti i mezzi a sua disposizione per recuperare l’insoluto. In particolare, nell’anno passato sono stati recuperati poco più di 336mila euro di mancati contributi relativi alle annualità precedenti, più 50mila euro dalle relative sanzioni. Alla fine del 2024, invece, ammontavano a poco più di 1,3 milioni i contributi ancora da riscuotere (sempre per tutte le annualità precedenti) e 479mila euro le sanzioni da incassare.