Istat: tra gli italiani che navigano quasi uno su dieci compra online otc o integratori. E sempre più anziani usano internet

Consumatore

Anche per l’Istat ci sono farmaci e integratori tra i prodotti che gli italiani comprano più spesso online. Lo dice il Rapporto su cittadini e digitale pubblicato la settimana scorsa e basato su interviste a circa 24mila famiglie: tra coloro che nel 2024 hanno utilizzato internet, l’8,1% dichiara di aver acquistato farmaci senza ricetta o integratori nei tre mesi che hanno preceduto il sondaggio; ancora più ampia la quota di chi ha comprato prodotti di cosmetica, bellezza e benessere, pari al 9,5%. Percentuali che, seppur inferiori rispetto ad altre categorie merceologiche – in testa ci sono abbigliamento (23,2%) e articoli per la casa (13,7%) – testimoniano la rilevanza crescente dell’e-commerce anche per il comparto salute, e impongono alla farmacia di riflettere sul ruolo dell’online nel proprio modello di business.

 

 

Al di là dello shopping online, il Rapporto Istat conferma che l’uso di internet per motivi legati alla salute è ormai ben radicato: il 46% delle persone di 6 anni e più che hanno usato la rete nei tre mesi precedenti l’intervista ha dichiarato di aver cercato online informazioni sanitarie. Il dato, avvertono i ricercatori, rimane stabile rispetto agli anni precedenti, ma è evidente che si tratta di un’abitudine ormai consolidata anche tra le fasce d’età più avanzate. Sempre più cittadini, inoltre, usano la Rete per dialogare con l’amministrazione pubblica e in particolare consultare referti sanitari, situazioni previdenziali o sanzioni amministrative (25,3%), oppure per prenotare visite e servizi (23%). Più contenuto ma comunque significativo (13%) è il dato di chi ha utilizzato il web per richiedere certificati anagrafici o documenti.

 

 

Invita a riflettere anche l’evoluzione dei comportamenti digitali della popolazione anziana, storicamente meno connessa ma in progressiva trasformazione. Nel 2024 l’uso di internet tra le persone di 65-74 anni è salito al 68,1%, con un incremento di 7,6 punti percentuali rispetto al 2023. Anche tra gli over 75 si registra un progresso significativo: usa internet il 31,4% degli intervistati (+6,7 punti rispetto all’anno precedente), anche se resta marcata la distanza generazionale così come il divario di genere (tra gli ultra75enni, accede alla rete il 38,3% degli uomini contro appena il 26,5% delle donne).

 

 

La fotografia cambia anche a seconda del titolo di studio e dell’area geografica. Tra i laureati la quota di internauti supera il 95%, mentre scende al 69,7% tra chi ha conseguito al massimo la licenza media. Geograficamente, il Mezzogiorno sconta un ritardo strutturale con un tasso di utilizzo del web pari al 77,5%, sette punti percentuali sotto la media del Nord. Anche l’accesso alla rete da casa riflette queste disuguaglianze: è quasi universale tra le famiglie con minori (99,1%) o con almeno un adulto in età attiva, ma scende al 60,6% tra le famiglie composte esclusivamente da anziani.

È evidente, in sostanza, che il mondo della salute sta diventando un ecosistema ibrido dove l’accesso ai servizi sanitari – compresa l’informazione su farmaci, integratori e prestazioni – avviene sempre più anche attraverso canali digitali. Il trend di crescita degli acquisti online di farmaci e integratori non è più trascurabile e coinvolge ormai fasce di popolazione un tempo considerate escluse dalla digitalizzazione, come gli anziani. Parallelamente, la ricerca di informazioni sanitarie sul web conferma che il cittadino-paziente vuole essere più autonomo, informato e digitale. Per la farmacia ne discende una doppia sfida: da un lato intercettare questo pubblico anche nei canali online, dall’altro rafforzare la relazione di fiducia che resta un punto di forza del canale fisico, soprattutto per le categorie più vulnerabili.

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