Starebbe per mettersi in moto l’articolato processo che deve portare alla fusione tra Cef e Unico, le due principali (in quanto a quote di mercato) società della distribuzione del farmaco controllate dai farmacisti. È infatti in programma per il 19 febbraio l’assemblea dei soci della cooperativa bresciana che dovrà dare luce verde alla prima tappa dell’operazione, ossia il conferimento delle attività distributive di Cef alla newco nella quale poi Unico spa confluirà per incorporazione.
Il percorso rimane quello concertato tra luglio e settembre 2024, quando dai soci di entrambi i gruppi venne il sì definitivo alla joint venture: prima la costituzione della newco (tappa già completata, il nome provvisorio è Cef srl), poi il conferimento alla nuova compagine delle attività distributive del distributore bresciano (oggetto dell’assemblea del prossimo 19 febbraio), infine la fusione con Unico e la contestuale ridistribuzione delle quote della newco (Cef 50%, Unione farmaceutica novarese 32%, Codifarma 10,5%, Unione farmacisti del Friuli Venezia Giulia 7%, Cosifar 0,4%).
Nei piani originari l’operazione avrebbe dovuto concludersi per la fine del 2024, poi però la fase delle negoziazioni e delle due diligence da parte delle banche si è prolungata oltre il preventivato. E non è ancora finita: come spiega la stessa Cef in una comunicazione interna, alcuni dei soggetti bancari cui è stato chiesto di supportare la fusione non hanno ancora deliberato e la stima è che lo faranno soltanto tra qualche settimana (probabilmente, è l’ipotesi che circola, dopo che le due società avranno approvato i bilanci consuntivi 2024).
Cef, in ogni caso, preferisce non restare in attesa e ha quindi deciso di avviare «il primo dei due step» necessari a completare la fusione, ossia il conferimento alla newco del ramo d’azienda. A essere trasferite, si spiega nella lettera, saranno «tutte le attività e passività correlate alla distribuzione farmaceutica, a esclusione di alcune partecipazioni societarie e alcune poste strettamente legate alla cooperativa, cioè prestito obbligazionario e finanziamento soci». Completato questo passaggio e raccolte le delibere bancarie, conclude la lettera, «potrà, eventualmente, avvenire l’incorporazione di Unico nella newco», conclusione stimata attorno ad aprile.
Invita a riflettere quell’avverbio messo per inciso, «eventualmente», che ha spinto qualcuno a chiedersi quanto ci sia di rischio calcolato nella decisione di Cef di procedere comunque al conferimento, anche prima di avere tutti i nulla osta dalle banche. «Il motivo dell’accelerazione di alcune procedure» è il commento che arriva dalla Cooperativa bresciana «sta nella situazione critica di Unico e nei tempi tecnici incomprimibili di conferimento, fusione e ottenimento delle autorizzazioni di settore. Per limitare il ritardo nell’avvio della newco, si è quindi deciso di anticipare alcuni atti formali».
Intanto, crescono i rumors secondo i quali più la fusione segna il passo e più in Unico si farebbero sentire le frange che alla joint venture non hanno mai creduto. Tutte da approfondire, invece, le voci di questi giorni che riferiscono di competitor in attesa alla finestra per farsi eventualmente sotto e “sfilare” Unico dalle mani di Cef se si presentasse l’opportunità. Forse una società della distribuzione con sede nel sud Italia, ma al momento sono soltanto voci.