Invio dati art. 50 e 34: adesioni tra l’80 e il 94% tra le province lombarde (e ora tocca a Milano)

Filiera

Oscilla tra l’80 e il 94% il tasso delle farmacie che nelle quattro province lombarde di Bergamo, Brescia, Mantova e Sondrio hanno già dato delega all’invio dei propri dati di mercato (anonimizzati) in ottemperanza all’articolo 50 del decreto-legge 269/2003 e all’articolo 34 del decreto-legge 73/2021. E ora tocca ai farmacisti titolari di Milano, Monza e Lodi, che hanno ancora pochi giorni per collegarsi al Portale Farmacie di Federfarma Lombardia e rilasciare lo stesso assenso.

Per essere più precisi, sono tre le autorizzazioni sulle quali le farmacie delle tre province devono esprimersi “biffando” le caselle corrispondenti:

Delega 1 – invio dati alla parte pubblica per finalità istituzionali: delega obbligatoria, non revocabile. La farmacia trasmette i dati art. 50 e art. 34, opportunamente anonimizzati.

Delega 2 – invio dati a Federfarma per finalità sindacali: delega facoltativa, revocabile. La farmacia cede i dati di cui alla delega 1 all’associazione provinciale d’appartenenza per analisi statistiche, elaborazione e supporto nella negoziazione con la pubblica amministrazione e cessione a terzi, autorizzandone l’invio ai soggetti indicati dalla stessa associazione provinciale.

Delega 3 – invio a Federfarma di ulteriori dati per finalità sindacali: delega facoltativa, revocabile. La farmacia cede all’associazione provinciale i dati sugli integratori alimentari (a prescindere dalla loro registrazione come dispositivi medici) per usi come al punto 2, autorizzandone l’invio ai soggetti indicati dalla stessa associazione.

L’augurio della Federazione nazionale è che i titolari milanesi diano l’assenso con gli stessi tassi di adesione delle altre province lombarde. Oltre che un obbligo normativo, infatti, mettere a disposizione della comunità i dati delle farmacie relativi a medicinali e integratori dispensati (previa rimozione di tutte le informazioni personali, ovviamente) è un atto di responsabilità che aiuta il sistema sanitario e più in generale il mondo della ricerca e della produzione, perché assicura analisi e scelte siano sempre imperniate su evidenze statistiche reali.

Se i dati che le farmacie forniscono sono essenziali per una sanità “evidence based” improntata al miglioramento della qualità di vita dei cittadini, le stesse farmacie diventano per lo stesso motivo ancora più essenziali agli occhi del sistema sanitario e delle istituzioni che lo governano. Una rete di farmacie che in modo continuativo alimenta di dati e statistiche il mondo della sanità e della ricerca accresce il proprio prestigio e il proprio peso negoziale nei confronti di amministrazioni, uffici pubblici, istituti di ricerca, società scientifiche, strutture sanitarie, professioni e mondo delle imprese. E nei confronti di tutti questi soggetti, si presenta come un interlocutore solido e consapevole ogni volta che c’è da discutere di governo dei servizi sanitari e di politiche della salute.

Ultimo punto ma non meno importante, una rete di farmacie che raccoglie e produce dati è una rete che si autofinanzia e reperisce all’esterno le risorse di cui ha bisogno per far funzionare le sue strutture di rappresentanza, con impegni ridotti per i suoi aderenti. Dando il proprio assenso alle tre deleghe di cui sopra, in altre parole, i farmacisti titolari di Milano, Monza e Lodi assicurano alle articolazioni territoriali di Federfarma la possibilità di ricavare dalla commercializzazione di tali dati risorse che andranno a finanziare attività e progettualità del sindacato, da cui ulteriori benefici per gli associati.

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