Gli italiani rimangono in Europa i consumatori che più fanno fatica a lasciare il vecchi contante per la moneta elettronica. Lo conferma per ultima l’indagine Space (Study on the payment attitudes of consumers in the euro area) con cui la Bce ha indagato le abitudini dei cittadini europei in fatto di pagamenti. L’uso di carte di debito e credito, dice la ricerca, continua a crescere anche se più lentamente di Paesi come Usa e Cina e in Italia più lentamente che negli altri Stati Ue: nel 2024, rivelano i dati, gli europei hanno fatto ricorso al contante nel 52% degli acquisti, sette punti in meno rispetto al 59% del 2022. In Italia, invece, il cash è stato utilizzato nel 61% delle transazioni in negozio (32% carte di credito, 4% app mobile).
All’orizzonte, però, qualcosa potrebbe muoversi. Nei giorni scorsi infatti Bancomat (29,1 milioni di carte in circolazione, 390 milioni di pagamenti all’anno l’80% dei quali contactless, 66 milioni di prelievi) ha inviato a banche e intermediari aderenti il nuovo listino delle commissioni del circuito, che entrerà formalmente in vigore dal prossimo primo luglio. La revisione, la prima in oltre due anni, porta con sé un aggiornamento delle tariffe che potrebbe comportare aumenti nei costi, che continueranno comunque a restare inferiori a quelli dei circuiti Visa e Mastercard.
Tra le novità, la più importante (almeno per retailer e consumatori) riguarda la differenziazione delle commissioni in base al valore del bene acquistato: in pratica, commissioni più contenute in caso di acquisti valore ridotto, più alte per prodotti costosi come gli articoli di lusso. L’aggiornamento del listino, avvertono comunque gli osservatori, potrebbe generare tensioni all’interno della filiera dei pagamenti. Attualmente, le commissioni Bancomat costano all’esercente circa lo 0,2-0,3% della transazione, circa la metà rispetto alle altre carte di debito e un quarto delle carte di credito. Tuttavia, un aumento dei costi per banche e intermediari (gli “acquirer”) potrebbe spingere questi ultimi a salvare la propria marginalità trasferendo gli aumenti sui retailer, con effetti immaginabili sui costi finali di costoro.
Si vedrà, ma intanto l’aumento delle tariffe Bancomat non è l’unica brutta notizia di questi giorni: secondo un’indagine annuale dell’Osservatorio SOStariffe.it, nel 2024 hanno aumentato il costo del canone 74 diverse carte, con incrementi anche del 58% sul 2023. In dettaglio, le carte di credito comportano un canone annuo che in media tocca i 32,20 euro, ma con il conto abbinato si sale a 38,21 euro. Per le carte di debito, le più diffuse, i costi di emissione sono ridotti (0,77 euro di media) e il canone annuo è poco superiore ai 4 euro, ma considerando il conto corrente abbinato, il costo annuale raggiunge i 35 euro (+26% rispetto al 2023). Infine, le prepagate hanno un canone annuo medio è di 5,20 euro, con aumenti rispetto al 2023 attorno all’8,7%.