Ddl Bilancio approvato alla Camera: sulle quote di spettanza della filiera “pateracchio” tutto da sbrogliare
Quando cerchi di accontentare un po’ tutti e finisci invece per deludere, chi più chi meno. È ciò che fa la versione del ddl Bilancio approvata dalla Camera venerdì scorso, 20 dicembre, con significativi rimaneggiamenti alla disposizione (era l’articolo 57 nel testo originario, ora è il comma 324 dell’articolo 1) che sui farmaci rimborsati abbassa al 66% il margine spettante all’industria e alza al 3,65% quello dei distributori. Nella versione licenziata dal ministero delle Finanze, infatti, accompagnava tale provvedimento l’istituzione di una quota fissa, sempre a beneficio dei grossisti, di 0,o5 euro per ogni confezione di farmaco – sempre Ssn – recapitato alle farmacie. Nella versione licenziata dall’aula di Montecitorio invece, comma 326, i cinque centesimi a scatola non vanno più ai grossisti ma all’industria, per ogni confezione di classe A «avente prezzo al pubblico fino a 10 euro e distribuito alle farmacie del territorio, nel limite di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027».
Ora il disegno di legge è al Senato, che dovrà esaminarlo e approvarlo entro la fine dell’anno. Sembrano dunque improbabili altre modifiche (che imporrebbero un nuovo passaggio alla Camera). e ciò significa che i due commi di cui s’è appena detto possono essere considerati definitivi a meno di sorprese. Per i distributori è un regalo in meno sotto l’Albero: lo 0,65% di margine aggiuntivo (incontendibile, cioè incedibile alle farmacie sotto forma di sconti, come prescrive il comma 325) vale circa 60-70 milioni di euro, tolti come detto all’industria. I 5 centesimi a scatola avrebbero messo nel piatto altri 50 milioni di euro circa, che al comparto intermedio non sarebbero certo dispiaciuti considerata la situazione di molte aziende. Ora invece quei soldi andranno ai produttori, una compensazione però soltanto parziale perché scatterà dal 20026 e dai primi calcoli non porterà più di 30-35 milioni all’anno.
Ma il dono tolto ai grossisti non è quello che avevano chiesto Farmindustria ed Egualia, che nella lista per Natale avevano messo l’abolizione del payback e un congruo adeguamento del tetto della spesa farmaceutica sugli acquisti diretti. E così, come detto in apertura, la ridistribuzione dei pacchi finisce per lasciare più musi lunghi che sorrisi. E in aggiunta consegna alla filiera un bel pateracchio che prima o poi andrà sbrogliato, perché i distributori che avevano chiesto la remunerazione mista (fee+margine) al pari delle farmacie restano a bocca asciutta e invece l’industria, che non la voleva, se la ritrova sotto l’Albero.
I primi mesi del nuovo anno, inoltre, serviranno a capire quali scorie hanno lasciato le polemiche delle ultime settimane sulla Manovra. I produttori hanno cercato di opporsi in ogni modo “all’esproprio” dello 0,65% e qualche azienda, ad ascoltare le voci che circolano tra i distributori, avrebbe già fatto capire che in qualche modo quei soldi verranno recuperati, per esempio rivedendo al ribasso premi e contributi marketing ai grossisti. Un altro interrogativo che si potrà sciogliere soltanto sul campo riguarda gli effetti della norma sugli acquisti diretti: qualcuno sostiene che, alla luce di quanto recita il comma 325 sull’incontendibilità, in caso di ordini dalla farmacia al produttore lo 0,65% resterebbe in tasca a quest’ultimo, cosa che quindi potrebbe soffiare ulteriormente su questo tipo di acquisti (che come tutti sanno scavalcano il grossista).
Le incognite che gravano sull’inizio del nuovo anno, in sostanza, non mancano. Ma c’è anche qualche bella notizia. La principale, sicuramente, l’annuncio di una decina di giorni fa da parte della Bce che il costo del denaro (tassi sui depositi) calerà dal 3,25% al 3%. Secondo quanto scrive la stampa finanziaria, gli analisti si aspettano altre due riduzioni di analoga entità (25 punti) entro la fine di marzo, seguite probabilmente da ulteriori tagli entro la fine del 2025. La Banca europea, in ogni caso, ha ricordato che nuovi interventi saranno decisi in base alla salute dell’economia.