Joint venture Cef-Unico, per fine dicembre il responso delle banche. Il report preliminare di EY: piano industriale solido
Bisognerà attendere almeno metà dicembre se non la fine del mese per sapere qual è il responso delle banche (una trentina gli istituti coinvolti, capofila Unicredit, Popolare di Sondrio, Bper e Bpm) sulla joint venture Cef-Unico che le assemblee delle due società hanno approvato tra luglio e settembre. L’aggiornamento arriva dalla convention organizzata il 29 e 30 novembre a Roma dalla Cef per festeggiare i suoi 90 anni (qui articolo sull’evento): dal palco del Palazzo dei congressi, all’Eur, il direttore generale della cooperativa Marco Giudici ha fatto il punto sullo stato di avanzamento del progetto di fusione, dal quale dovrebbe nascere un polo della logistica da 2,5 miliardi di fatturato: nei giorni scorsi, ha spiegato, si è conclusa la due diligence di Ey, la società di advisory incaricata dagli istituti di credito (che dovrebbero mettere sul piatto nuova finanza) di “radiografare” conti e salute delle due società. La relazione completa dovrebbe arrivare entro questa settimana ma il report che in gergo si chiama “Red Flag” – dove sono sintetizzate le evidenze principali dell’indagine – è già stato recapitato nei giorni scorsi e, secondo quanto riferito da Giudici, riterrebbe «solido» il piano industriale e certificherebbe l’assenza di criticità nei numeri di Cef e Unico.
Nella cooperativa nessuno si azzarda a trarre conclusioni da questa prima valutazione, tuttavia tra osservatori e addetti ai lavori c’è chi ritiene non casuale che pochi giorni dopo la diffusione del Red Flag le banche abbiano riaperto alcune delle linee di credito che Unico si era vista chiudere nei mesi scorsi. Comunque sia, lo slittamento alla seconda metà di dicembre del responso degli istituti di credito fa scalare di circa tre mesi la tabella di marcia dell’intera operazione: la newco che farà da contenitore alla joint venture vedrà la luce non prima di metà gennaio, seguirà il conferimento delle attività distributive da Cef alla nuova società, quindi l’atto di fusione per incorporazione di Unico nella nuova società e infine la ridistribuzione delle quote di quest’ultima (Cef 50%, Unione farmaceutica novarese 32%, Codifarma 10,5%, Unione farmacisti del Friuli Venezia Giulia 7%, Cosifar 0,4%). Per Giudici l’intera operazione dovrebbe chiudersi per la fine del primo trimestre 2025, tra gli addetti ai lavori invece prevale l’opinione che difficilmente la newco riuscirà a essere operativa prima di maggio-giugno, considerato che nel conto vanno messi anche i tempi necessari a ottenere le autorizzazioni di legge.
Intanto – come sempre accade quando scattano fusioni e incorporazioni come queste – tra gli altri operatori del comparto fervono riflessioni e ragionamenti sugli effetti della joint venture, prossimi e a più lunga scadenza. Molti, per esempio, si aspettano che anche nel caso in cui dalla cordata bancaria guidata da Unicredit dovesse scattare luce verde all’erogazione di nuove linee di credito, venga richiesta la presenza di un rappresentante delle banche nel collegio sindacale della newco – una condizione, ha confidato Giudici a Pharmacy Scanner, sulla quale Cef non porrebbe alcun veto – e l’attuazione di importanti processi di ottimizzazione. Il piano industriale prevede inoltre un calo fisiologico del fatturato consolidato (Cef più Unico) dell’8% nel primo anno di attività della newco, con progressivo recupero negli anni seguenti. Ora la palla è nel campo delle banche.