L’85% dei lombardi sa che in farmacia è possibile effettuare un tampone per covid e di questi quasi due su tre l’hanno richiesto; ma solo il 26% sa che nello stesso luogo vengono anche offerte prestazioni di telemedicina (come ecg oppure holter) e appena il 38% ne ha già usufruito. I dati arrivano dalla ricerca che The European House – Ambrosetti ha condotto assieme a Swg su un campione di mille individui maggiorenni con l’obiettivo di indagare vissuto e opinioni dei lombardi sulla farmacia dei servizi. Al tema era dedicato il convegno organizzato il 17 maggio a Milano da Federfarma Lombardia, nel corso del quale sono state presentate le principali evidenze della survey. Evidenze che confermano una volta di più che a proposito di servizi in farmacia ciò che finora è più mancato è una efficace comunicazione al pubblico.
Conoscenza e utilizzo dei servizi in farmacia da parte dei lombardi
La ricerca di Teh – Ambrosetti lo dimostra al di là del ragionevole dubbio: i due servizi in farmacia di cui i lombardi risultano più informati devono la loro notorietà al covid (inutile ricordare cosa accadde nell’inverno 2021-2022, quando quasi ogni giorno si scriveva delle lunghe code sui marciapiedi per i tamponi) e al tempo, dato che monitoraggio del peso e della pressione sono due prestazioni “storiche” del canale farmacia. Detto in altri termini: se questi due servizi sono ampiamente conosciuti, non è perché le farmacie si sono impegnate in una comunicazione ficcante.
Conferma un’altra prestazione entrata in farmacia soltanto con la pandemia, la vaccinazione anti-covid: il protocollo nazionale che ha inquadrato l’attività risale all’estate 2022 ma in molte regioni la partenza è scattata soltanto più avanti. Ciononostante, il 63% dei lombardi dichiara di essere a conoscenza di questo servizio e tra questi ben il 43% lo ha utilizzato. Meglio ancora lo screening del colon retto: sanno che le farmacie partecipano all’offerta solo il 42% degli intervistati (ed è anche comprensibile, dato che la platea dei potenziali interessati è circoscritta ad alcune specifiche fasce di età), ma la quota di coloro che lo hanno utilizzato è molto alta ed è probabile che ciò si debba alla comunicazione messa in campo dalle Asl (con lettere che a cadenza annuale arrivano agli assistiti).
Su altri servizi, invece, pesa un evidente gap informativo oppure uno scarso utilizzo: il pubblico, per esempio, mostra di essere ben informato sulla possibilità di richiedere in farmacia i test per colesterolo e glicemia (67% degli intervistati), ma di questi soltanto uno su quattro dice di averli utilizzati (un po’ poco, considerata la platea delle persone in qualche modo interessate dalla patologia). Ma dove le farmacie devono assolutamente colmare il vuoto è, come detto, la telemedicina, il servizio sul quale la professione (e le sue rappresentanze) stanno oggi scommettendo di più.
Professioni e istituzioni, a chi va la fiducia dei lombardi
Da notare che gli argomenti per costruire una comunicazione efficace non mancano. Come conferma anche la survey di Teh-Ambrosetti, la fiducia degli italiani per il farmacista è forte ed è pure aumentata con l’esperienza del covid: tra i lombardi l’82% dice di fidarsi del farmacista, che tra le figure della sanità è dietro soltanto al medico specialista (e davanti al mmg). Meglio ancora, tale fiducia sale addirittura all’86% e all’87% rispettivamente tra gli intervistati della Gen Z (cioè i nati negli anni ’90 – inizio 2000) e tra i cosiddetti “boomers” (anni ‘50-’60). «È vero, sui servizi le farmacie devono comunicare di più» osserva Daniela Bianco, responsabile area Healthcare di The European House – Ambrosetti «anch’io sono rimasta sorpresa dai risultati dell’indagine perché mi sarei aspettata un livello di conoscenza più elevato. È evidente che sui servizi approdati in farmacia soltanto di recente, come la telemedicina, il pubblico è ancora poco informato e allora è importante che la farmacia comunichi. Sia a livello istituzionale, sia a livello delle singole farmacie».
Quali parametri influiscono sulla scelta della farmacia
Anche sulla professionalità il sondaggio assegna punti importanti alla farmacia: il 52% dei lombardi (ma tra i boomers diventano il 63%) dice di scegliere la farmacia per la competenza del farmacista, mentre solo il 13% seleziona l’esercizio di riferimento per la gamma dei servizi che offre (il 24% invece lo fa per l’assortimento dei prodotti).