Da luglio le nuove norme su sconti e prezzi. I network alle prese con volantini e difformità tra farmacie
La data è cerchiata in rosso sui calendari di distributori e network delle farmacie indipendenti, così come di tutto il mondo del commercio: dal primo luglio entreranno in vigore le norme della direttiva Ue Omnibus (recepite dal d.lgs 26/2023) che riformano il nostro Codice del consumo riguardo alla comunicazione di sconti e promozioni. Le novità valgono per l’intero retail, dai singoli dettaglianti sino alla grande distribuzione organizzata passando anche per l’online: a partire da luglio, tutti gli annunci dei rivenditori che pubblicizzano un taglio di prezzo dovranno riportare non solo il nuovo ma anche il vecchio prezzo, inteso come il prezzo più basso praticato nei 30 giorni precedenti. Stesso discorso per le promozioni, ossia le offerte scontate che si protraggono per un periodo limitato di tempo: in questo caso, oltre al nuovo prezzo andrà indicata la percentuale dello sconto e il prezzo precedente, sempre inteso come il prezzo minimo praticato negli ultimi 30 giorni.
Com’è facile intuire, l’obiettivo della norma è quello di assicurare ai consumatori la massima trasparenza su sconti e offerte, così come contrastare l’abitudine di certi rivenditori che in prossimità di saldi e campagne alzano i prezzi per ingigantire l’entità dei ribassi successivi. Il fatto però è che nel caso della farmacia le nuove norme rischiano di complicare non poco la vita alle cosiddette “virtual chain”, soprattutto quelli dove gli affiliati godono di maggiore autonomia. I volantini, infatti, vengono realizzati dalle centrali di acquisto delle reti e riportano i prezzi dei loro listini e le promozioni fissate per ogni campagna, ma non è detto che tutte le farmacie affiliate abbiano i prezzi allineati e pratichino gli sconti decisi dal network. È sempre stato così, ma dal primo luglio eventuali “difformità” tra volantini del circuito e prezzi della farmacia potrebbero diventare un problema serio, perché in caso di c0ntrolli a rispondere è il titolare della farmacia stessa. E la legge commina sanzioni amministrative che vanno da poco più di 500 a oltre tremila euro.
Come si può intuire, la preoccupazione riguarda i e network e molto meno le catene di proprietà (che non hanno problemi a imporre a tutte le loro filiali gli stessi prezzi e sconti, e quindi possono mettere a volantino le loro offerte senza problemi) e le farmacie che si stampano da sole i propri volantini. E infatti, da diverse settimane reti e distributori con virtual chain sono impegnati in analisi e valutazioni sugli interventi da mettere in campo per adeguarsi alle norme in arrivo. Sempre che occorrano, ovviamente. «Si può dire che il 99,9% delle nostre farmacie ha già prezzi allineati a quelli suggeriti dal network» osserva Valentina Guidi, direttore marketing di Club Salute, il network che riunisce più di 70 esercizi farmaceutici tra Lombardia, Piemonte e Liguria «anche perché noi comunichiamo ai nostri associati direttamente via gestionale, quindi le uniche difformità si possono registrare sui prodotti che trattano i singoli farmacisti. Più complicata sarà l’applicazione della norma sull’online, più che altro perché i prezzi sono soggetti a maggiore variabilità ed è fondamentale che le informazioni siano sempre leggibili. Stiamo riflettendo con i nostri programmatori sulle soluzioni da mettere in campo».
Valutazioni e analisi in corso da tempo anche da Cef, dove il tema è stato approfondito nell’ambito di Confimprese, di cui la cooperativa. «Il nostro approccio è stato quello di dare alla nuova normativa una lettura che comprendesse il più possibile le specificità della farmacia, con una valutazione caso per caso ed un approccio rigorosamente cautelativo» spiega a Pharmacy Scanner l’avvocato Serena Militello, responsabile dell’Ufficio legale della società bresciana «ne è scaturita una prima linea guida interpretativa interna, aspettiamo prima che dal Ministero arrivi un documento di Faq che dovrebbe fornire le indicazioni applicative». L’orientamento di, in ogni caso, appare conservativo: «Le farmacie che già avevano i prezzi allineati ai nostri listini potranno pertanto continuare a utilizzare e distribuire i nostri volantini senza preoccupazioni».
Alla trentina Unifarm, invece, sono in corso ragionamenti di più ampio respiro. «Abbiamo abbozzato una strategia strutturata che prevede il ricorso a più strumenti di comunicazione, digitale incluso» spiega la vicepresidente, Francesca Rauzi «ma le valutazioni sono ancora in corso e in ogni caso vogliamo prima attendere il documento di Faq del Ministero. Il volantino cartaceo? Non intendiamo rinunciarci, ma il nostro primo obiettivo è quello di fare in modo che le nostre farmacie rispettino le nuove norme: abbiamo diverse soluzioni in cantiere, saremo pronti per il primo luglio».
Valutazioni in corso, con il supporto dei legali, anche in Farmà, il network di Sofad e Farvima che riunisce circa 250 farmacie indipendenti. «Attendiamo anche noi le Faq del Ministero» dice a Pharmacy Scanner il direttore generale, Alessandro Bruschi «intanto andiamo avanti pubblicando sui volantini i prezzi della banca dati: le nostre farmacie risultano tutte allineate sui prezzi dei prodotti promozionati, differiscono invece sui prezzi a 30 giorni». E se le nuove norme si tramutassero in un invito alle farmacie affiliate a rispettare integralmente i prezzi di listino? «L’obiettivo della disposizione è quello di fare chiarezza a beneficio del consumatore» osserva Bruschi «e sicuramente le farmacie meno organizzate faranno fatica a rispettare gli obblighi, perché molte di loro non sono in grado di risalire ai prezzi precedenti».