Il segmento dei cosmetici a connotazione naturale e sostenibile dovrebbe crescere quest’anno del 7,2% e raggiungere a fine dicembre un giro d’affari di 3,1 miliardi, ossia un quarto circa delle vendite a valori che il comparto del beauty dovrebbe realizzare nel 2023. È la fotografia proposta dal Centro studi di Cosmetica Italia nel consueto incontro che l’associazione di settore organizza a Cosmofarma per fare il punto su trend e numeri del mercato. Il segmento, come noto, comprende da un lato i cosmetici caratterizzati da elementi grafici o claim che ne richiamano la connotazione naturale o biologica e, dall’altro, i cosmetici che fanno leva sulla loro sostenibilità ambientale (emissioni di co2 o consumo di acqua ridotti, imballaggi o packaging riciclato, filiera ecocompatibile eccetera). Si tratta dunque di una categoria di prodotti che si rivolge prioritariamente ai consumatori più sensibili alle tematiche ambientali, un pubblico che la pandemia è cresciuto di numero e peso.
Cosmetici a connotazione naturale/sostenibile, il trend nei quattro anni
Proprio il crescente consenso che i valori della sostenibilità riscuotono tra il pubblico sono alla base del successo dei cosmetici “green”, che – come ha spiegato a Cosmofarma Gian Andrea Positano, responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia, mostrano da quattro anni performance migliori del mercato cui appartengono: nel 2021 e ’22, in particolare, il segmento ha messo a segno incrementi del 10% e del 9% rispettivamente, a fronte di un comparto che nel suo insieme è cresciuto nei due anni dell’8,8 e dell’8,1%.
I dati, inoltre, dicono che nonostante la sua vocazione “green” il segmento non viene considerato dal pubblico appannaggio specifico del canale erboristeria, che in realtà assorbe soltanto una parte contenuta dei consumi. «È l’evoluzione dei comportamenti» spiega Positano a Pharmacy Scanner «fino a poco tempo fa l’erboristeria era considerato il canale elettivo dei cosmetici green, oggi l’attenzione all’ambiente è considerato un comportamento moderno e dunque il mass market catalizza la quota maggiore delle vendite». La farmacia, invece, si assicura circa il 10% del mercato. «È un po’ sottodimensionata rispetto agli altri canali di vertice» ammette Positano «forse perché paga la sua immagine di luogo deputato alla dispensazione del farmaco di sintesi. Ma come ho detto anche a Cosmofarma, il cosmetico green rappresenta anche per la farmacia un’opportunità da non perdere».