Anche se con un certo ritardo rispetto ad altri settori del retail, gli effetti dell’inflazione sugli acquisti degli italiani sono ormai evidenti anche nella farmacia. Lo confermano i dati di New Line Ricerche di Mercato che Elena Folpini, direttore generale della società di analisi, ha presentato il 9 novembre al convegno di E-Fidelity sull’evoluzione della loyalty nel canale: tra giugno e settembre l’area commerciale della farmacia ha perso circa tre punti percentuali tanto in valori quanto in volumi, con le confezioni vendute che nell’ultimo mese hanno sconfinato in territorio negativo.
Area commerciale della farmacia, trend della domanda
I dati aiutano anche ad apprezzare il rapporto di causalità che intercorre tra listini e consumi: fino a marzo le due curve di valori e consumi viaggiano preessoché sovrapposte, cioè mostrano le stesse variazioni, segno che i consumatori ancora non hanno avvertito il peso dell’inflazione sui loro acquisti di healthcare. Da aprile invece, in concomitanza con la prima importante impennata dei prezzi, i consumi a confezioni (confronto anno su anno) cominciano a rallentare e la curva che ne esprime l’andamento si distacca progressivamente da quella dei valori (che ovviamente viene sostenuta dalla crescita inflattiva). La divaricazione prosegue anche a maggio – nonostante l’impennata degli acquisti sostenuta principalmente dai solari – e si prolunga fino a settembre, quando la crescita delle vendite a volumi mette il segno meno.
Prezzi, il trend delle principali aree del commerciale
Ovviamente l’andamento a crescere dei prezzi ha avuto intensità differenti nelle diverse categorie dell’area commerciale, che complessivamente ha visto in sette anni una crescita di otto punti abbondanti (2015 base 100). Le rilevazioni di New Line Ricerche di Mercato, in particolare, riportano per l’automedicazione un aumento dei listini di circa sei punti, mentre il dermocosmetico è tornato ai valori di sei anni fa dopo un significativo scollinamento.
«Il caldo eccezionale di questa stagione estiva ha sostenuto la domanda di dermocosmetico e soffiato sugli ingressi» commenta Elena Folpini «che dall’inizio dell’anno avevano già beneficiato di una pandemia da omicron gestita da buona parte degli italiani in casa e quindi con acquisti nelle farmacie». Lo scenario continua tuttavia a mostrare una spiccata imprevedibilità, a causa della crisi internazionale e delle incertezze sulle prossime varianti di Sars-CoV-2. «L’incertezza pesa sulla programmazione degli acquisti basata sullo storico» continua Folpini «che ora devono prendere in seria considerazione anche le variazini della domanda legate all’inflazione. Sarà quindi sempre più importante ragionare in termini di evoluzione della domanda e quindi di forecasting, anziché di ripristino delle scorte».