Amazon incassa un altro buco nell’acqua dai suoi progetti di penetrazione nel mercato della sanità. Nei giorni scorsi, il colosso di Seattle ha annunciato la prossima chiusura della sua piattaforma di telemedicina Amazon Care, lanciata dal gruppo nel 2019 con l’obiettivo di proporla alle imprese americane che forniscono pacchetti di assistenza sanitaria di base ai loro lavoratori. Come molti ricorderanno, si tratta del secondo passo falso di Amazon nel settore dell’healthcare: nel gennaio 2021, infatti, la multinazionale dell’e-commerce aveva staccato la spina a Haven, joint venture creata tre anni prima in partnership con Berkshire Hathaway e JPMorgan per gestire la copertura sanitaria dei loro dipendenti.
Secondo diversi analisti Usa, il nuovo “infortunio” del colosso di Seattle confermerebbe quallo che una parte degli addetti ai lavori ha sempre sostenuto, e cioè che quello della sanità sarebbe un mercato dove non è facile fare “disruption”, ossia quello che Amazon ha fatto finora in altri comparti. Secondo altri osservatori, invece, la chiusura di Amazon Care sarebbe soltanto una mossa tattica che non muta gli obiettivi di fondo del gruppo, ossia acquisire una quota significativa del mercato sanitario.
In un articolo pubblicato nei giorni scorsi, in particolare, il canale economico Cnbc ricorda l’operazione con cui a luglio la multinazionale ha acquisito One Medical, società cui fa capo una rete di 188 cliniche e studi medici di assistenza primaria che offrono servizi di analisi e diagnosi a distanza (telemedicina). «Forse» scrive la testata online «la chiusura di Amazon Care è solo il segnale di un cambiamento d’approccio, una scelta che spesso le aziende fanno, soprattutto quelle con molti soldi che puntano a sfondare in nuovi mercati: costruire o acquistare?».
Per alcuni osservatori, in sostanza, la decisione di chiudere Amazon Care come entità a sé stante non è una sorpresa: «One Medical fa ciò che nelle intenzioni avrebbe dovuto fare nel tempo Amazon Care; quando il gruppo ne ha annunciato a luglio l’acquisizione, è diventato chiaro a molti che qualcosa nelle strategie della multinazionale sarebbe cambiato». In tal senso, osserva la Cnbc, l’operazione conclusa a luglio va senz’altro apprezzata: Amazon ha acquisto la società al valore di 18 dollari ad azione, quando soltanto un anno prima, nel 2021, il valore raggiungeva i 58 dollari. «Amazon potrebbe essere stata più opportunista di tutte le compagnie concorrenti nel tracciare la prossima fase della sua penetrazione nel mercato sanitario».
«Non sorprende che stiano chiudendo Amazon Care» afferma Sari Kaganoff, direttore generale della società di consulenze e investimenti Rock Health «la loro linea è sempre stata quella di puntare a proporre soluzioni integrate per le cure primarie e ora, con One Medical, Amazon dispone di una piattaforma migliore di quella che stava cercando di costruire». In effetti, osserva Cnbc, Amazon Care è stato un fallimento: sebbene la telemedicina prometta opportunità importanti, la piattaforma del gruppo non rappresentava una soluzione sanitaria completa e Amazon avrebbe dovuto investire in modo considerevole per costruire un vero sistema di cliniche e ambulatori.
«Alla fine» tira le somme la rivista «Amazon Care è stato un test che ha consentito al gruppo di imparare abbastanza per sapere che cosa andrà fatto a lungo termine: nel mercato sanitario lanciare una startup è difficile, anche se sei una delle aziende più ricche al mondo, meglio piuttosto consolidare qualcosa che già c’è». Secondo alcuni analisti di Wall Street, dunque, il fatto che Amazon stia effettuando una serie di acquisizioni che puntano a obiettivi allargati dovrebbe preoccupare il mercato.
Il gruppo, infatti, sarebbe tra i soggetti che hanno presentato un’offerta per acquisire Signify Health, società texana specializzata nella fornitura di servizi sanitari a domicilio. «È chiaro» ribadisce Cnbc «che Amazon intende ancora diventare un attore formidabile nello spazio sanitario. Può sfruttare la sua capacità di personalizzare l’offerta e l’integrazione con Amazon Pharmacy, diventando così una minaccia per molti altri giganti della vendita al dettaglio che mirano a capovolgere l’assistenza sanitaria. Walmart ha acquisito la società di telemedicina MeMD nel 2021; Cvs Health, che offre già prestazioni di telemedicina attraverso un accordo con American Well, è in corsa per Signify e Walgreens ha VillageMD e sta aprendo centinaia di ambulatori in tutto il Paese».