Il suo giro d’affari supera ormai i 3 miliardi di euro, nell’ultimo quinquennio ha fatto registrare un tasso di crescita annuo del 6,6% e mantiene il 90% delle vendite (a valori) nel canale farmacia. Numeri di tutto rispetto per il comparto dei nutraceutici, che resta una delle aree più dinamiche e vitali del mercato della farmacia. Lo conferma la fotografia che Giorgio Cenciarelli, direttore Supplier services di Iqvia (ex QuintilesIms), ha proposto sabato 2 dicembre ad Arezzo nell’ultima tappa del Roadshow 2017 di Cosmofarma.
A trainare sono probiotici e integratori alimentari, che valgono rispettivamente il 12,3 e l’8,4% del comparto e negli ultimi dodici mesi (dati aggiornati a ottobre) hanno messo a segno una crescita rispetto al periodo precedente del 7 e del 9,1%. Fanno registrare incrementi nettamente superiori alla media anche gli antiacidi (+21,8%, ma il segmento non pesa per più del 2,1%), gli antitosse (+14,4%, peso mercato 3%) e i regolatori del colesterolo (+14,5%, incidenza sul comparto 5,3%). Più in generale, il comparto mostra una polarizzazione consolidata, con le venti principali classi di prodotto che assorbono l’80% dei consumi a valori.
Oltre a spiccare per dinamismo, il comparto dei nutraceutici si distingue per un prezzo medio nettamente superiore a quello di altri segmenti della libera vendita in farmacia: 14,7 euro contro gli 11,6 dell’Otc e i 9,3 di Igiene e bellezza, una differenza che mette in risalto il valore aggiunto rivendicato dai prodotti di questa classe.
Il prezzo medio, peraltro, è tra le cause della forte variabilità dei consumi che il comparto registra a livello regionale. Le rilevazioni di Iqvia, infatti, individuano i tassi più elevati in Toscana e Liguria (più di 49 euro di spesa procapite), mentre i più bassi si concentrano in Sardegna, Basilicata e Molise (meno di 34 euro procapite). «Nelle regioni dove potere di acquisto e propensione alla spesa privata sono maggiori» è la riflessione finale di Cenciarelli «i nutraceutici rappresentano una scelta consolidata per quelle fasce di consumatori più sensibili a salute e benessere».