Amazon Pharmacy è ormai realtà e tra gli addetti ai lavori già infuria il dibattito su quale sarà il passo successivo del colosso americano: la sua farmacia online arriverà un giorno anche in Europa, dove covid ha fatto fare boom all’e-commerce del farmaco come negli Usa, oppure si accontenterà del già vasto mercato americano? Se lo chiedono in tanti, tra i farmacisti titolari ma anche tra i manager della sanità privata, che si aspettano contraccolpi anche per loro in caso di sbarco di Amazon Pharmacy da questa parte dell’Atlantico. Tra questi Luca Foresti, chief executive officer di Centro medico Santagostino, nota catena di retail clinic, che sulle mosse a venire di Amazon ha le idee chiare.
Foresti, molti farmacisti ritengono che Amazon Pharmacy non deve preoccupare, perché le regole che in Italia normano la vendita a distanza dei farmaci non renderebbero la vita facile a Jeff Bezos. Lei, invece, ha scritto su Facebook che è bene cominciare già a prepararsi al giorno in cui Amazon arriverà in casa nostra.
Amazon ha un modus operandi collaudato da tempo: quando vuole mettere piede in un nuovo mercato comincia dagli Usa, vede come va e poi ripete la stessa operazione nei Paesi dove si può replicare l’esperienza e ottenere gli stessi risultati.
In Italia però la vendita a distanza del farmaco con ricetta è vietata. E gli otc, possono essere commercializzati online solo da farmacie e parafarmacie fisiche…
Amazon non dovrà far altro che acquistare una parafarmacia e fare in modo che gli ordini siano spediti da lì. Quanto alle altre regole dell’e-commerce, come il divieto di vendere a distanza il farmaco con ricetta, bisogna solo aspettare il momento in cui si deciderà quali paletti servono realmente l’interesse dei pazienti e quali no.
Si spieghi meglio…
Un cronico che assume sempre lo stesso farmaco da dieci anni, preferisce realmente andare ogni mese in farmacia per prendere una nuova confezione, oppure se potesse lo ordinerebbe online e se lo farebbe recapitare?
Va bene. E quindi?
Quindi non stiamo lì ad aspettare Amazon, prepariamoci per tempo in modo che quando arriverà troverà concorrenti agguerriti e preparati. Se ci si arrocca sull’immobilismo, si daranno soltanto risposte deboli.
Voi lo state facendo, in Santagostino?
Sì. Per esempio, stiamo lavorando parecchio sui servizi di customer care e sulla loro digitalizzazione. Perché Amazon non vende soltanto prodotti ma anche servizi. E vincerà facile se non cambiamo, perché oggi nella sanità italiana c’è più attenzione per gli interessi di chi ci lavora piuttosto che per quelli dei pazienti.
Amazon si fa la sua farmacia online, voi avevate detto di voler comprare farmacie fisiche ma poi vi siete fermati. Il progetto è definitivamente archiviato o rimane sul tavolo?
Il progetto è sempre nell’agenda. Per ora i prezzi di vendita sono ancora eccessivi rispetto al valore reale, ma si sgonfieranno: il valore dello scontrino continua a calare, tra qualche anno le farmacie venderanno solo generici e otc.
Di nuovo a proposito di servizi: che ne pensa di far fare vaccinazioni e tamponi antigenici alle farmacie?
Sarei il primo a dire sì. Sono convinto che farmacista e farmacia siano indispensabili al Ssn, ma il Ssn non li usa quanto dovrebbe. Secondo me, le farmacie potrebbero essere utilizzate anche come punti prelievo, per esami del sangue o altro. E mi chiedo per quale motivo, quando farmacia e ambulatorio medico sono uno accanto all’altro, i due presidi non siano collegati informaticamente.