Netcomm, sono 17 milioni gli italiani che hanno comprato online un “senza ricetta”. E gli abituali sono 4,7 milioni
Sfiorano i 17 milioni gli italiani che, negli ultimi 12 mesi, hanno comprato online un farmaco senza ricetta oppure un prodotto per la salute (integratori, dermocosmetici, alimenti speciali, dispositivi eccetera). Il giro d’affari generato da tali acquisti arriva a 1,2 miliardi di euro, la spesa media procapite ammonta a 80 euro e i clienti che hanno concluso almeno 4 acquisti online in 12 mesi (4,6 milioni) contribuiscono al 40% del fatturato. E’ la fotografia del mercato digitale del consumer health scattata dall’ultimo rapporto di Netcomm, il consorzio per l’e-commerce che riunisce oltre 400 aziende operanti in Italia. Presentata a Milano giovedì scorso, 29 ottobre, la ricerca quantifica con precisione l’effetto della pandemia sugli acquisti online di “senza ricetta”: il 15% degli italiani che negli ultimi 12 mesi hanno comprato a distanza, dice il sondaggio condotto nella cornice dell’indagine, motiva la scelta con il lockdown e il disagio di dover uscire di casa.
Le ragioni per cui negli ultimi 12 mesi si è preferito l’online
Fonte: Netcomm 2020
«Il 2020 è indubbiamente un anno molto particolare» ha osservato il presidente di Netcomm, Roberto Liscia, presentando i dati del report «i prodotti farmaceutici e della salute stanno assumendo un peso sempre più rilevante nel paniere dei consumi digitali, tanto che i volumi degli acquisti online in Italia sono raddoppiati. L’importanza dei canali digitali in ogni aspetto della filiera è evidente non solo agli esperti, ma anche a tutti i cittadini. Le opportunità sono tantissime: la sanità, il sistema farmaceutico e i consumatori possono trarre indubbio beneficio dai nuovi servizi, dai nuovi canali e dalle nuove tecnologie digitali».
Il valore degli acquisti online nelle diverse categorie…
…e l’incidenza di acquirenti abituali e saltuari
Fonte: Netcomm 2020
Nessuna sorpresa, invece, dalla classifica delle categorie che generano più acquisti a distanza: in testa troviamo ancoa una volta vitamine, integratori e potenziatori per lo sport, che hanno accumulato negli ultimi 12 mesi vendite per 207 milioni di euro; seguono i prodotti di ottica (occhiali da vista e lenti a contatto) che pesano a valori per 181 milioni, quindi creme dermatologiche e miorilassanti con un fatturato di 168 milioni. Messi assieme, questi tre segmenti assorbono il 45% della spesa online riguardante il comparto consumer health.
I canali online dove più si dirigono gli acquisti di “senza ricetta”…
…e il retailer prevalente per categoria di prodotto
Fonte: Netcomm 2020
La ricerca mette anche in fila i canali dove si dirigono gli acquisti online di prodotti consumer health. L’e-retailer generalista (tipo Amazon, per intenderci) rappresenta la scelta prevalente (si affida a questa categoria di negozi il 45,6% di chi compra a distanza), seguono la farmacia online (35,4%), l’e-retailer di settore e infine il produttore che vende direttamente. Per quanto riguarda le quote di mercato dei singoli distributori, invece, Amazon domina in tutte le categorie tranne quella del farmaco otc (che gli è preclusa dal fatto di non possedere una farmacia o una parafarmacia di proprietà) dove il podio è occupato nell’ordine da Farmaè, Amica Farmacia ed eFarma.
L’indagine, infine, butta un occhio anche sulla crescente integrazione tra fisico e digitale. In particolare, aumentano i consumatori che si dicono interessati a usufruire di servizi sempre più omnicanale: quasi il 54% dei clienti che ha acquistato on line farmaci o prodotti di salute vorrebbe disporre di un servizio di consegna a domicilio, il 43,8% gradirebbe poter prenotare il prodotto online e poi ritirarlo in un secondo momento al banco o tramite locker (37,7%), il 36,8% vorrebbe lo stesso genere di servizio ma con prenotazione telefonica. Infine, la possibilità di comprare in punti vendita completamente automatizzati (dove tutte le fasi del processo di acquisto avvengono tramite display e sistemi digitali) è considerata interessante da un acquirente online su tre e da un consumatore offline su quattro.