Cosmetica, covid fa male a tutti i canali tranne l’online (+33%). La farmacia (-3%) tiene meglio del mass market
E’ un sorpasso con l’andatura del gambero ma sempre sorpasso è. Lo mette a segno la farmacia, che nel cosmetico chiuderà l’anno con una quota di mercato per la prima volta superiore a quella del suo concorrente più diretto, il canale delle profumerie. E’ una delle novità che caratterizzano la tradizionale indagine congiunturale di metà anno con cui Cosmetica Italia, l’associazione che rappresenta le aziende del beauty, fa il punto su giro d’affari e vendite.
Presentata oggi (martedì 29 settembre) a Milano, l’indagine propone un pre-consuntivo dove prevalgono i segni meno, perché sono espressione di un primo semestre profondamente stravolto dall’emergenza pandemica. Tutti i canali di vendita, in particolare, chiudono la prima metà dell’anno con i fatturati in calo, eccezion fatta soltanto per l’e-commerce che invece mette a segno una progressione del 33%.
Cosmetica, l’andamento dei consumi per canali di vendita
L’impronta che il coronavirus ha lasciato sul mercato traspare evidente anche dallo “spread” tra i negativi dei diversi canali: non è un caso che le perdite di gran lunga più contenute riguardino farmacia (-3%) e mass market (-3,5%), ossia le due tipologie di punto vendita che nel lockdown sono rimaste aperte; tutti gli altri canali, invece, mostrano contrazioni almeno dieci volte maggiori, con profumerie ed erboristerie (ossia le due attività commerciali più “continue” alla farmacia) che arretrano tra il 38 e il 40%.
L’evoluzione delle quote di mercato: la farmacia al sorpasso
Andature tanto differenti, per quanto a calare, non possono non ripercuotersi sulle quote di mercato dei diversi comparti di vendita. Questa almeno è la stima del Centro studi di Cosmetica Italia: la farmacia, che nel 2019 generava il 17,8% del giro d’affari, a fine anno peserà per il 19,1%; la profumeria scenderà dal 19,7 al 16,4%, il mass market crescerà dal 41,2% al 44,4%.
Attenzione però a non farsi ingannare: come s’è visto in precedenza, online a parte perdono tutti i canali, quindi le variazioni relative alle quote di mercato dipendono soltanto dai pesi che si spostano. Lo confermano i fatturati: il comparto nel suo insieme dovrebbe chiudere a fine anno a quota 10,5 miliardi di euro, in calo dell’11,6% rispetto al 2019; il giro d’affari della farmacia, invece, dovrebbe calare sui 12 mesi del 2% e assestarsi attorno a 1,8 miliardi. «Nel primo semestre» osserva il Centro studi «i consumi di cosmetici nelle farmacie sono rimasti sostanzialmente nella normalità, anche grazie all’online». Si sono però registrate sofferenze in alcuni segmenti della dermocosmesi – i solari in particolare – ed è mancato dinamismo al comparto del cura persona.
La crisi legata alla pandemia, poi, ha lasciato qualche strascico anche nel canale farmacia: «la minaccia più evidente» prosegue il report di Cosmetica Italia «è rappresentata
dagli ingressi ancora rallentati, nonostante la fedeltà nella farmacia sia intatta. Si avvertono preoccupazioni per la perdita dell’identità del canale, bilanciata dalla presunzione che la crisi potrebbe accelerare il processo di ripensamento e riposizionamento strategico dei farmacisti nei confronti del cosmetico».
«Le stime» commenta Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia «testimoniano la decisiva capacità di reazione del nostro settore che, in un contesto di crisi, dà prova di solidità, capacità imprenditoriale e resilienza. Un atteggiamento dimostrato anche dagli investimenti in ricerca e innovazione, che continuano a rappresentare il 6% del fatturato, il doppio della media nazionale». «L’Indagine congiunturale» aggiunge Gian Andrea Positano, responsabile del Centro studi di Cosmetica Italia «delinea una “nuova normalità” che anticipa trend e modalità di consumo: si tratta di cambiamenti che, se non avessimo dovuto confrontarci con l’emergenza sanitaria, avremmo considerato soltanto nel medio periodo».