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L’abruzzese Safar in cerca di compratori che ripianino. Ultimo atto entro l’estate

Filiera

Si dovrebbe conoscere entro l’estate il destino della Safar, cooperativa abruzzese con circa 900 farmacie clienti (tra le quali 330 socie e un centinaio affiliate al network Farmatua). Il 2017 si sarebbe chiuso con un “rosso” di qualche milione di euro, da attribuire secondo varie fonti a un piano di sviluppo che non avrebbe generato i ricavi previsti e dai debiti deteriorati di alcune farmacie. E così, all’azienda non è restato che posticipare l’approvazione del bilancio in assemblea e mettersi sul mercato. Finora il maggiore interesse per un eventuale acquisizione sembra averlo mostrato Alliance Healthcare, ma seguono con attenzione le vicende abruzzesi anche alcune cooperative del centro Italia, che vorrebbero mantenere nelle mani dei farmacisti la distribuzione intermedia di questo pezzo di Stivale.

Il quadro, in ogni caso, dovrebbe diventare chiaro entro l’estate. L’intenzione della dirigenza di Safar, infatti, sarebbe quella di presentare all’assemblea – in programma per luglio o più facilmente settembre – non soltanto il consuntivo 2017 ma anche il nome del compratore e il piano di acquisizione, in modo da rassicurare i soci sul ripiano dell’indebitamento. E’ evidente, comunque, che la posta in gioco va ben al di là dei destini della cooperativa abruzzese: con la Legge sulla concorrenza in vigore da poco meno di un anno, il processo di concentrazione delle aziende della distribuzione intermedia non potrà che intensificarsi e chi mira a consolidare la propria presenza sull’intero territorio nazionale non può non presidiare la cosiddetta dorsale appenninica. Sarà forse un caso, ma proprio in queste settimane hanno ricominciato a circolare voci di negoziati e “pour parler” tra le principali cooperative dei farmacisti, diretti ovviamente a esplorare eventuali fusioni. Sono anni, a essere sinceri, che a intervalli regolari le aziende della distribuzione si mettono a confabulare tra loro senza poi approdare a nulla di concreto. Ma questa, per alcune di loro, potrebbe essere davvero l’ultima chiamata.

 

 

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