I farmacisti titolari che vogliono vendere (la propria farmacia) e non devono svendere (cioè non hanno bisogno urgente di liquidità) aspettino momenti migliori, perché per ora quell’impennata dei prezzi che avrebbe dovuto seguire la conversione in legge del ddl concorrenza ancora non è arrivata. E’ la riflessione che i commercialisti bolognesi Giovanni Trombetta e Marcello Tarabusi hanno lanciato alla platea del convegno organizzato il 9 ottobre a Pisa da Laboratorio Farmacia e Studio Franco Falorni: «I prezzi delle farmacie ancora non sono saliti» hanno detto i due esperti «e l’impressione è che chi al momento sta comprando faccia molta attenzione a tenere basse le quotazioni, per evitare che i prezzi vadano alle stelle quando davvero scatterà la corsa agli acquisti».
Il consiglio dei due commercialisti ai titolari che già hanno deciso di vendere, quindi, è di non farsi prendere dall’impazienza e attendere, a meno che il titolare non navighi in cattive acque e abbia bisogno immediato di liquidità. «Non soltanto i gruppi che attualmente comprano si muovono con estrema cautela» avvertono Tarabusi e Trombetta «in più diversi di loro hanno messo a punto sistemi di valutazione che tendono a premiare specifici “plus” della singola farmacia».
I due esperti hanno fatto l’esempio di Lloyds Farmacia, la catena di Admenta-Celesio che in Italia mette assieme 168 esercizi comunali: «La loro offerta parte da una cifra-base estremamente contenuta e persino inferiore agli attuali prezzi di mercato» hanno spiegato «poi interviene un sistema di “scatti” che fa alzare la valutazione e premia le caratteristiche di ogni punto vendita. Per esempio, se la farmacia è ubicata in prossimità di uno studio medico oppure di una struttura sanitaria pubblica o convenzionata l’offerta-base subisce una rivalutazione».
A Pharmacy Scanner Tarabusi e Trombetta spiegano il meccanismo in dettaglio: «Non c’è una griglia univoca» dicono «ogni acquirente ha la sua perché ciascuno valuta in base a ciò che cerca. In ogni caso, caratteristiche determinanti nel definire il prezzo finale della singola farmacia sono sicuramente il mix dell’offerta, la composizione del fatturato tra Ssn e commerciale, il giro della clientela, l’ubicazione e infine la struttura dell’indebitamento, ossia i “fondamentali” dell’impresa».
I titolari, in sostanza, non pensino che catene e fondi d’investimento compreranno all’ingrosso, a prezzi calcolati con il vecchio meccanismo delle annualità di fatturato. «Da una decina d’anni non è più quello il sistema di riferimento» confermano Tarabusi e Trombetta «può ancora andare bene per dare un’idea delle quotazioni medie, ma ormai è radicato il concetto che ogni farmacia è diversa dalle altre e il prezzo di acquisto è determinato dalle sue specificità». Ed è su queste che catene e fondi faranno il prezzo.